Non sono passate inosservate le ultime dichiarazioni rilasciate da Alessandro Orsini nel corso della puntata della trasmissione di RaiTre Cartabianca, andata in onda ieri, 25 aprile 2023. Nell’affrontare un dibattito sul conflitto in corso in Ucraina con Bianca Berlinguer, il docente di sociologia del terrorismo internazionale avrebbe infatti lamentato di non poter parlare liberamente in televisione su quanto sta accadendo realmente.

Orsini a Cartabianca ieri: le dichiarazioni del docente

“C’è un clima di intolleranza talmente violento in Italia che se raccontassi quello che sta accadendo sul campo sarei aggredito e qualcuno chiederebbe di chiudere questa trasmissione”

ha dichiarato ieri a Cartabianca il professor Orsini, parlando della guerra in Ucraina. Il docente, diventato noto proprio per le sue opinioni sul conflitto, ha affermato, in sostanza, di non poter parlare liberamente in televisione. E ha poi accennato al fatto che “in Donbass gli ucraini vanno incontro ad un massacro, con centinaia di morti al giorno”, ribadendo la sua posizione pacifista.

Stiamo investendo miliardi di dollari perché ci fa comodo che qualcuno combatta questa guerra al posto nostro – ha aggiunto -. Non siamo dalla parte dell’Ucraina, usiamo gli ucraini come carne da macello. Non ho più parole per i massacri in Donbass, a Bakhmut. Io sono impegnato contro i processi di radicalizzati: in Italia quasi nessuno si rende conto di essere radicalizzato, è qualcosa di patologico.

Il professore ha sempre lamentato il fatto che il governo italiano si sia schierato incondizionatamente dalla parte dell’Ucraina, seguendo il volere degli Stati Uniti, che starebbero agendo contro la pace. Lo dimostrerebbe, secondo lui, il fatto che, benché “Biden abbia già vinto la guerra” (in relazione alla crescita dei membri della Nato, con l’ingresso della Finlandia), starebbe comunque ostacolando il cessate il fuoco. Il riferimento è anche alle ultime dichiarazioni del portavoce del Consiglio di sicurezza Usa, John Kirby, che ha da poco messo in luce l’imparzialità della Cina nel conflitto in virtù dei rapporti di quest’ultima con la Russia.

La posizione del professore rispetto alla Russia

Più volte, negli scorsi mesi, Orsini ha ribadito, in effetti, che il Paese di Putin sia stato volutamente ed erroneamente demonizzato. Proprio rivolgendosi alle parole di Kirby, lo scorso marzo, sempre a Cartabianca, aveva dichiarato:

Non metto in discussione che la Russia abbia commesso crimini, metto in discussione il fatto che l’Ue abbia smarrito la ragione. Il Consiglio europeo dei ministri degli Esteri ha deciso che noi produrremo un milione di munizioni, per 2 miliardi di euro, da consegnare all’Ucraina entro il 2023. Tutto quello che stiamo facendo, compreso il mandato d’arresto contro Putin, è contrario alla pace.

Ed era così arrivato alla sua personale conclusione. Quella, cioè, secondo cui il premier russo e quello ucraino, Volodymyr Zelensky, siano da mettere sullo stesso piano. “Putin è un criminale di guerra e anche Zelensky è un criminale di guerra”, aveva detto, sollevando non poche polemiche. In pratica, secondo la sua opinione, pur di convincere gli italiani a sobbarcarsi la responsabilità dell’assistenza all’Ucraina, “i manipolatori dell’informazione” avrebbero fatto apparire Zelensky come un eroe e Putin come un debole, creando la falsa idea di una guerra che potrebbe risolversi in breve tempo. In realtà, i russi starebbero continuando a combattere ed avanzare, mietendo morti. L’unico modo per fermarli sarebbe quello di rifiutarsi di appoggiare l’altra fazione, facendo in modo che Zelensky tratti la resa e conceda dei vantaggi territoriali al nemico.

Una voce fuori dal coro, che sono in tanti a non condividere e che, nel tempo, gli è costata parecchie critiche e, lo scorso anno, anche un allontanamento dalla trasmissione di Rai 3. Decisione che il deputato del Pd, Andrea Romano, aveva allora commentato positivamente, con questi toni:

Non esiste né può esistere alcuna ‘par condicio’ tra aggredito e aggressore ed è assolutamente inaccettabile che le risorse del servizio pubblico radiotelevisivo vengano utilizzate per finanziare i pifferai della propaganda di Putin.