È un racconto terribile, quello che nelle scorse ore la ragazza di 20 anni aggredita a Termini ha condiviso con Il Messaggero, ripercorrendo quanto accaduto la sera del 22 aprile scorso, quando, mentre raggiungeva i propri amici per trascorrere una serata insieme, era stata aggredita da un uomo bengalese di 38 anni, poi arrestato per tentato strupro. Si sarebbe salvata grazie all’intervento di una famiglia, allertata dalle sue urla e richieste di aiuto.

Il racconto della ragazza aggredita a Termini il 22 aprile scorso

Un animale non sarebbe arrivato a tanto. Mi mordeva sul viso, mi ha staccato la pelle dalla faccia. Mordeva i miei denti che ho lavato per tutta la notte. Quel mostro mi stava sopra, mi stringeva le mani sul collo come per strangolarmi, ho ancora i lividi dopo giorni. C’è stato un momento, quando ho sentito chiudersi, pesantemente, il portone dietro di me, in cui ho pensato ‘Ecco è finita’. Quell’androne di un anonimo palazzo romano stava per diventare la mia tomba. E lui, intanto, mi spogliava…

Inizia così il racconto – riportato dal Messaggero – degli orrori che la ragazza di appena 20 anni, una turista, è stata costretta a vivere lo scorso 22 aprile in via Principe Eugenio, a pochi passi dalla stazione Termini, dove gli episodi di violenza sono ormai all’ordine del giorno e preoccupano anche i residenti. È successo di sera, attorno alle 21: la ragazza, ancora studentessa, si trovava in zona per raggiungere degli amici con cui avrebbe dovuto trascorrere la serata in un locale poco distante dal luogo della violenza. Ad un tratto, infatti, era stata notata da un uomo, “vestito con la camicia celeste con sopra lo stemma, come sembrasse il portiere di una pensione o di un B&B”, che l’aveva aggredita, scaraventandola all’interno di un palazzo.

Subito dopo erano iniziate le violenze. L’aggressore, un 38enne di origini bengalesi poi arrestato, aveva preso a tenerla per il collo, come a volerla strozzare, palpeggiondola e mordendole il viso con ferocia. Tanto che la ragazza aveva pensato che sarebbe morta. A salvarla sarebbe stata una famiglia, dopo aver sentito le sue urla. Al loro arrivo, l’uomo si sarebbe infatti dileguato.

Il signore anziano (della famiglia che l’ha salvata, ndr) ha chiamato la polizia. Mi sono sembrati minuti infiniti, lunghissimi, prima dell’arrivo degli agenti. Ma poi mi hanno accudita e aiutata con grande amore e professionalità. Mi hanno aiutata a disinfettarmi le ferite, ho preferito non andare in ospedale, piuttosto gli amici che ho poi avvisato, mi hanno prenotato una camera d’albergo in cui riposare per riprendermi un po’ dopo essere stata in commissariato. Le gambe mi hanno tremato per tutta la notte.

La denuncia e il precedente

Essendosi accorta del nascondiglio dell’uomo, la ragazza aveva deciso di formalizzare immediatamente una denuncia contro di lui. È pericoloso, spiega, e avrebbe potuto fare male a qualche altra ragazza, se non fosse stato fermato. Il suo caso, purtroppo, è solo uno dei tanti che negli ultimi mesi sono stati segnalati nella zona, dove le rapine e le aggressioni fisiche crescono ogni giorno di più. Del resto, anche per la ragazza, non era il primo episodio simile. A novembre, sempre nei pressi della stazione, dove si era recata in compagnia di alcune amiche per bere un succo di frutta, era stata assalita da un ragazzo che, minacciandola con un coltellino, le aveva intimato di darle il portafogli, rubandole i soldi.

Allora non denunciai perché non avrei mai saputo riconoscerlo – dice ora -. Ma basta, quella zona è pericolosa e va messa in sicurezza.

Sono in tanti a pensarla allo stesso modo, denunciando le criticità del quartiere.