La Lav entra nuovamente sul ring e attacca la provincia di Trento sulla gestione degli orsi. “Incapaci e inadempienti” sono gli attacchi l’associazione lancia verso l’ente. Sono passate tre settimane dalla morte di Andrea Papi, l’ormai – tristemente – noto runner ferito mortalmente dall’orsa Jj4. Animale che è stato catturato, trasferito nel centro faunistico di Casteller, e in attesa che il Tar sentenzi la sua condanna a morte o la sua assoluzione (11 maggio 2023).

Così, mentre animalisti e non attendono con il fiato sospeso, la Lav denuncia “inadempienze e incapacità della Provincia di Trento nel prevenire possibili incidenti con gli orsi”. Gli animalisti hanno infatti ricostruito tutta la gestione degli orsi nella regione, da quando cioè sono stati reintrodotti nel 1997 sulle montagne del Brenta, tramite il progetto ‘Life Ursus’. Ma in questi anni la convivenza non è stata semplice e le politiche di sensibilizzazione e prevenzione hanno latitato, secondo la Lav.

Orsi, le accuse della Lav alla provincia di Trento

L’associazione parte, dunque, dalle parole del dirigente della Protezione civile di Trento, Raffaele De Col, che aveva affermato “tutto quello che è possibile fare in Italia lo facciamo già”, riguardo le attività di prevenzione. Contrattacca immediatamente Massimo Vitturi, responsabile Lav per gli Animali Selvatici: “L’affermazione del dirigente provinciale non ci suona nuova perché è lo stesso approccio che ha tenuto quando il primo giugno 2021 lo incontrammo assieme alla già assessora Zanotelli e al dottor Giovannini”.

In quell’occasione, ricorda la Lav, venne presentata una proposta per l’avvio di un progetto su come “prevenire gli incidenti con gli orsi ma De Col replicò che le nostre proposte non gli erano utili perché in tutto il Trentino c’erano già 600 volontari impegnati a diffondere informazioni per favorire la convivenza con gli orsi”. La Lav sostiene “che nessuno ha mai avuto l’occasione di incontrare i 600 volontari di De Col, neppure le decine di volontari della Lav che dal 2021 sono impegnati ogni estate nel progetto ‘Bear Ambassador’ nelle valli del Parco Adamello Brenta”.

Comunque, volontari o meno, oggi ci sono degli orsi rinchiusi che sono in attesa che un tribunale decida sulla loro vita.