Caso Caravaggio Stato dell’Arte. L’intervista condotta da Cesare Biasini Selvaggi durante il programma Stato dell’Arte in onda su Cusano Italia Tv a Roberto Lai, Presidente dell’Associazione Nazionale Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e considerato da molti lo Sherlock Holmes dell’arte. Il Comando è stato fondato nel 1969 ed è il primo specializzato al mondo: solo nel 2021 ha consentito di recuperare 23.441 reperti archeologici e 166 paleontologici, a cui si aggiungono 10.262 tra beni antiquariali, archivistici e librari. Durante l’intervista è stato affrontato il tema delle opere trafugate e ora esposte nei musei di tutto il mondo, Roberto Lai spiega che il lavoro da fare è ancora molto: “Col tempo abbiamo appurato che i musei internazionali nel corso degli anni hanno acquisito tanti reperti che non fanno parte della loro cultura e della loro identità. Cos’ negli ultimi 30-40 anni abbiamo visto le collezioni arricchirsi di opere che provengono dal nostro territorio. Ecco perché le indagini per rientrare in possesso di queste opere, che sono state acquisite in modo illegale”.
Dal caso Caravaggio a Orfeo e le Sirene, a Stato dell’Arte il punto sui recuperi delle opere trafugate
È il caso del gruppo scultoreo di Orfeo e le Sirene, appena tornato al Museo Archeologico Nazionale di Taranto (MarTa) dopo essere stato trafugato negli anni Settanta da uno scavo clandestino ed essere stato primo portato in Svizzera, poi venduto al Paul Getty Museum di Los Angeles tramite un intermediario. Una struttura complessa che Lai descrive secondo un organigramma preciso: “Abbiamo vari stadi: tombarolo, intermediario, ricettatore, mercante d’arte e infine il grande museo. L’attività che svolgevano questi musei era quella di ridare identità ai reperti ricostruendo una storia fittizia”. Lo schema è infatti quasi sempre lo stesso, anche se le opere restano nascoste o sono considerate perdute. È quanto avvenuto probabilmente con l’opera più ricercata della storia: la Natività di Caravaggio rubata a Palermo nel 1969 nell’oratorio di San Lorenzo.
Caso Caravaggio, Roberto Lai: “Tutti noi ci siamo scontrati con quella pratica”
Molto è stato scritto sul tema, c’è chi ha ipotizzato che sia stato rubato dalla mafia e usato come simbolo di potere nelle riunioni dei padrini, altri hanno detto che sarebbe stato smembrato o semplicemente distrutto. “E’ un dossier ancora aperto dopo oltre mezzo secolo” spiega Roberto Lai, “penso che tutti gli appartenenti al Comando Tutela Patrimonio Culturale si siano scontrati con la pratica 799, che è proprio quella del Caravaggio. Abbiamo sentito tantissimi pentiti negli anni, la prima dichiarazione che abbiamo è quella di Francesco Mannoia fatta al giudice Falcone, in cui dice che il quadro è andato distrutto. Oggi viene da chiedersi, la Natività esiste ancora? O stiamo cercando un’ombra? In questo senso Gaetano Grado nelle ultime dichiarazioni ha detto che il quadro non è andato distrutto. Come sapete il caso è stato riaperto e si sono scoperti dei dettagli che andrebbero in questa direzione: Caravaggio non sarebbe stato distrutto, perché il boss Badalamenti in persona avrebbe chiesto di rintracciarlo. Si sarebbe arrivati a rintracciarlo in Svizzera”. Un racconto però che non convince Roberto Lai, che dice: “Le testimonianze acquisite fino a oggi sono in forte contrasto tra di loro, pertanto ritengo attendibili le prime dichiarazioni di Francesco Marino Mannoia, nelle quali disse che l’opera era stata distrutta”.