Bonus casa, ecco chi può utilizzarlo con le nuove regole del 2023 che escludono la cessione dei crediti d’imposta e lo sconto in fattura, e per quali lavori conviene procedere. L’entrata in vigore della conversione in legge del decreto 11/2023 ha cambiato la possibilità di utilizzare i bonus edilizi e il superbonus, ammettendo la sola detrazione fiscale per i lavori iniziati dopo il 16 febbraio 2023. Per le ristrutturazioni con i bonus ordinari diversi dal superbonus si tratta di un ritorno alle regole pre-pandemia, ovvero a prima del 2020.
Bonus casa 2023, chi può utilizzarlo e per quali lavori di ristrutturazione
In virtù del ritorno alle regole del 2019, i bonus casa diventano accessibili solo ai contribuenti che abbiano sufficiente capienza fiscale per suddividere il beneficio in tanti anni d’imposta quanti siano previsti dalla legislazione. Senza cessione dei crediti e sconto in fattura, come avviene per il superbonus, tuttavia diventa difficile riuscire ad avere un quantitativo di tasse tali da rientrare, almeno in parte, delle spese effettuate per gli interventi edilizi sui propri immobili. Rispetto al superbonus – che comporta mediamente importi a detrazione ben più alti – i bonus edilizi per le ristrutturazioni e l’efficientamento energetico necessitano di redditi annui meno elevati. In questo modo, sono ammessi più contribuenti a beneficiare dei lavori agevolati.
Bonus casa 2023, cosa fare se non si può più usare lo sconto in fattura e la cessione dei crediti?
Uno studio si può fare sui dati dell’Enea relativi a quanto costino i lavori effettuati con i bonus casa e il superbonus e all’ammontare delle detrazioni fiscali occorrenti per rientrare delle spese. Non potendo più utilizzare lo sconto in fattura e la cessione dei crediti, che permettevano di rientrare nell’immediato di almeno parte delle spese, chi decide di fare interventi con i bonus casa deve mettere in preventivo che potrà utilizzare il beneficio fiscale suddividendolo in più anni di detrazione fiscale. Le quote per ogni anno di detrazione risultano più accessibili nei bonus ordinari rispetto al superbonus, anche perché spesso sono previste rateizzazioni di dieci anni. Sul superbonus, invece, solo la recente legge di conversione del decreto 11 e unicamente per le spese del 2022 ha ammesso l’allungamento da 4 a 10 anni di detrazione.
Bonus casa 2023, quali sono gli interventi di ristrutturazione che si possono agevolare?
Le maggiori chance di detrazione fiscale dei bonus casa sono testimoniate dai numeri. Senza sconto in fattura e cessione crediti, i contribuenti privati possono fare anche dei piccoli interventi che possano essere in linea con la proprie possibilità di produrre redditi e imposte da pagare. Ad esempio, le piccole ristrutturazioni di alloggi, il cambio degli infissi, delle finestre, delle caldaie o dei pannelli solari, potrebbero rientrare nell’elenco degli interventi agevolati più accessibili. Sugli interventi più complessi, quali la ristrutturazione totale di un immobile, con il cambio dei pavimenti, degli ambienti bagno e dell’impianto elettrico, occorre fare più considerazioni su chi possa utilizzare il bonus ristrutturazione unitamente ad altre agevolazioni e quanto convenga.
Ristrutturazioni, ecco come si calcola la detrazione fiscale dei bonus
Ammettiamo che un contribuente voglia ristrutturare completamento un immobile con il bonus ristrutturazione che consente di ottenere la detrazione fiscale del 50 per cento con suddivisione in dieci quote annuali e partenza dei lavori nel 2023. Dai dati Enea emerge che interventi di questo tipo costano ai contribuenti, in media, oltre 145mila euro, per i quali l’agevolazione delle spese ammonta a oltre 58mila euro. La composizione della detrazione fiscale del bonus casa comprende 48mila euro (cioè la metà del massimale di spesa di 96.000 euro) unitamente a quella degli altri bonus utilizzati, come il mobili e cambio infissi e caldaie. La detrazione massima spettante per questi ultimi due bonus è pari, rispettivamente, a 4.000 e a circa 6.500 euro.
Chi può fare lavori con i bonus edilizi in base al proprio reddito?
Dall’esempio precedente, dunque, si constata che il contribuente utilizzi vari bonus per la ristrutturazione completa del proprio immobili, fermo restante che il bonus ristrutturazione risulti quello con l’intervento complessivo più consistente. In base alle agevolazioni delle spese, il contribuente può suddividere gli oltre 58mila euro di detrazione per dieci quote annuali di 5.800 euro nelle dichiarazioni dei redditi dal 2024 al 2033. Fin qui i dati Enea sui costi degli interventi. Sulle detrazioni, invece, le statistiche ufficiali dicono che i contribuenti che possono “permettersi” queste quote per ogni anno in base ai redditi prodotti sono meno del 23% del totale. Pertanto, gli esclusi da un piano di questo genere di ristrutturazione con il bonus casa rappresentano il 77,8% dei contribuenti.