La sfida valida per la trentaquattresima giornata di Serie B fra Pisa e Bari disputata all’Arena Garibaldi – Romeo Anconetani non è stata omologata dal giudice sportivo cons. Ines Pisano, assistito da Stefania Ginesio e dal Rappresentante dell’A.I.A. Edgardo Pansoni. Questo perchè la società toscana ha presentato un preannuncio di reclamo per errore tecnico del direttore di gara Andrea Colombo, della sezione di Como, con la richiesta di ripetizione della gara. Il Pisa adesso ha tempo fino alle 18 del 26 aprile per presentare un ricorso ufficiale con le relative motivazioni. Il motivo scatenante è un tocco del pallone da parte dell’arbitro in cui non ha interrotto il gioco ma concesso il vantaggio al Bari che ha portato alla rete decisiva.

Pisa Bari non omologata

Minuto 88 di gara. Il risultati è fermo sull’1-1 grazie alle reti di Torregrossa su rigore per il Pisa e di Esposito per il Bari. I pugliesi attaccano per cercare il gol della vittoria per rimanere in scia di Frosinone e Genoa in testa alla classifica quando il pallone cambia direzione dopo essere stato toccato dal fischietto di Como con i biancorossi che ne mantengono il possesso. L’azione si sviluppa fino a quando il difensore nerazzurro Andrea Caracciolo intercetta con il braccio sinistro un tiro in porta, l’arbitro in un primo momento lascia correre per poi essere richiamato al Var per l’on field review e assegnare il tiro dagli undici metri realizzato da Antenucci.

A fine partita la rabbia del tecnico del Pisa Luca D’Angelo: “Ho poco da dire. Il regolamento c’è ed è scritto. Ho fatto stampare la regola e dice testualmente che quando il gioco è interrotto dall’arbitro e causa l’inizio di una promettente fase d’attacco allora va fermato il gioco. La cosa grave è che a fine partita, ci è stato detto da lui e un altro collaboratore che la regola era stata invece interpretata in maniera corretta. L’unica possibilità sarebbe stata che l’arbitro ammettesse l’errore. Ma ciò non è avvenuto. Anche Caracciolo è stato espulso, solo per aver solo chiesto di andare al var a vedere l’episodio incriminato. Per l’espulsione di Nagy lì il rosso ci può stare, non accampo scuse. Per me c’era, così come dopo c’era il rigore per il Bari. Il problema di oggi comunque non è la rete del Bari subita nel finale, ma come è maturata. Non si può stravolgere una regola. Andava fermato il gioco. Tra l’altro l’arbitro ha anche chiuso il triangolo con Morachioli“.

Della stessa lunghezza d’onda anche il Direttore Generale del Pisa, Giovanni Corrado: “Sarebbe bello vedere per una volta il mondo arbitrale fare mea culpa e probabilmente ammettere l’errore tecnico, perché il regolamento parla chiaro, sul retropassaggio l’arbitro cambia il verso dell’azione, e la cosa più grave è che l’arbitro dice di non essersi reso conto del pallone, pur essendosi messo in bocca il fischietto senza poi farlo. Ma lui ha guardato il possesso del pallone, pensando solo alla sua prestazione, perché a quello guardano, in un mondo che però cerca fair play e trasparenza: ecco perché sarebbe bello vedere delle scuse, che non ci saranno mai nonostante il pallone abbia preso un verso diverso e il Bari abbia avuto un rigore. Con un tocco dell’arbitro è stata falsata una gara, l’arbitro ha mandato in porta il Bari, noi ora faremo le nostre valutazioni”.

Cosa dice la regola?

Da qualche anno è stato introdotto che ogni tocco dell’arbitro porta all’interruzione di gioco con il fischietto che effettua lo scodellamento. Esistono poi delle consuetudini che prevedono la concessione del vantaggio quando il tocco non altera il possesso in determinate zone di campo non considerate pericolose mentre si arriva all’immediata interruzione quando ci si trova nei pressi dell’area di rigore. Nel Regolamento del Giuoco del Calcio alla Regola 8 vengono spiegati come avvengono ‘L’inizio e la ripresa del gioco’. Il fatto in questione riguarda il punto 2 dove è specificata la procedura in caso di rimessa da parte dell’arbitro.

L’arbitro lascia cadere il pallone a terra per il portiere della squadra difendente nella propria area di rigore se, quando il gioco è stato interrotto:
– il pallone era nell’area di rigore oppure
– l’ultimo tocco del pallone è avvenuto nell’area di rigore

In tutti gli altri casi, l’arbitro lascia cadere il pallone a terra per un calciatore della squadra che per ultima ha toccato il pallone nel punto in cui questo è stato toccato per ultimo da un calciatore, da un “corpo estraneo” o, secondo quanto previsto nella Regola 9 punto 1, da un ufficiale di gara. Tutti gli altri calciatori di entrambe le squadre devono rimanere ad almeno 4 m dal pallone fino a quando esso non sia in gioco. Il pallone è in gioco non appena tocca il terreno