Il monitoraggio relativo al maltempo correlato al Ponte del 25 aprile, realizzato da Coldiretti, sottolinea che la quantità di grandine caduta nel corso della stagione rovina raccolti e vacanze. Le condizioni metereologiche avverse hanno invero guastato gite e passeggiate di molti italiani, non solo in occasione delle festività di Pasqua ma anche in quella della Festa della Liberazione.

L’ultimo periodo è stato invero caratterizzato da ingenti grandinate che si sono abbattute sulla Penisola dal Veneto alla Romagna fino all’Umbria. Le copiose e violente cadute di grandine hanno visto precipitare dal cielo, frequentemente, chicchi grandi come noci. Naturalmente tali episodi atmosferici hanno causato danni gravosi nelle campagne di frutta e verdura. Inoltre Coldiretti evidenza i diversi allagamenti di campi da poco seminati.

Ponte 25 aprile: Coldiretti valuta i danni di grandine, gelate notturne e siccità

Da quanto emerso dalla valutazione della Coldiretti, gli effetti della perturbazione che ha interessato la Penisola nel Ponte del 25 aprile sono dunque notevoli. Tanto da ritenerla la più dannosa nell’attuale fase della stagione. La grandine caduta nelle campagne ha provocato perdite irreversibili in relazione alle coltivazioni. Dunque è così andato all’aria un interno anno di lavoro. Questo perché i danni del maltempo hanno colpito i frutticini proprio nei primi giorni di formazione.

Tale processo ha fatto in modo che cadessero prematuramente o li ha rovinati e, così, non può proseguire la loro crescita. Restano inoltre delle deformazioni a quelli non caduti che li rendono comunque inutilizzabili, poiché non sono adatti ad essere immessi in commercio. La Coldiretti sta attuando ulteriori verifiche nelle zone interessate dal maltempo. Lo scopo è valutare l’aggravarsi delle perdite dovute inoltre anche alle gelate notturne così come alla persistente siccità. Al momento emerge che gemme e piccoli frutti presenti sugli alberi di alcune aziende tra i quali pesche, ciliegie, susine, albicocche, così come peri, kiwi, meli e vigneti già in fase avanzata di vegetazione, sono stati danneggiati fino al 70%. Come asserito sempre da Coldiretti ad inizio aprile tutto ciò succede perché: “Siamo di fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatici”.