Psichiatra uccisa da paziente, la rabbia dei colleghi va oltre lo spontaneo cordoglio, verso questa donna che inconsapevole si é ritrovata faccia a faccia con il suo assassino, considerandolo un paziente. Gli assassini non sono pazienti, affermano i suoi colleghi, e ora partono le iniziative per accedere una luce di riflessione su un tema che rischia di essere derubricato a fatto di cronaca
Psichiatra uccisa da paziente, la rabbia dei colleghi
Gerardo Anastasio, segretario Anaao Asssomed Toscana e dirigente medico presso l’Aou Pisana, è intervenuto nella trasmissione “L’Italia s’è desta” su Radio Cusano Campus. Lavora proprio presso l’ospedale di Pisa dove prestava servizio la psichiatra Barbara Capovani. Anaao ha organizzato una fiaccolata il 3 maggio prossimo, per inquadrare la tragedia in un discorso più ampio, in quanto come ci spiega Anastasio, “c’è un problema grosso di organizzazione sanitaria. Noi siamo sempre sconvolti. C’è un problema organizzativo. Sulla malattia mentale si è ragionato con ideologia. Io ricordo ancora le foto orrende dei cosiddetti matti legati al letto nei manicomi.”
Psichiatra uccisa e assenza di strutture preposte
Torna infatti il tema dei manicomi, ritorna sotto attacco la legge Basaglia che lo psichiatra invocò per chiudere la stagione della reclusione nei manicomi, vere e proprie pattumiere del disagio mentale dove ci si liberava del problema aprendo celle e buttando la chiave. Una storia diversa questa come sottolinea il rappresentante di Anaoo: “Qui invece c’è un soggetto più volte raggiunto da misure cautelari e che avrebbe dovuto essere a mio parere sottoposto a misure di restrizione previste dalla legge nelle strutture proposte. Il problema è che queste residenze sono poche e carenti di personale. In tutta la Toscana ne abbiamo due. Il problema è che non hanno personale e hanno pochi letti. Il soggetto, già noto da tempo, aveva negli ultimi tempi girato intorno all’ospedale, informandosi su quando sarebbe stata di turno la collega. Purtroppo non c’è neanche una forma di auto avviso”.
Legge Basaglia sotto accusa
Che fare? come fare uscire la famiglie dal proprio isolamento e da quel senso di abbandono che prova chi vive all’interno delle proprie case il disagio mentale? La soluzione paventata in alcuni casi, quando si riaffaccia questo dibattito, punta dritto a tornare indietro, magari proprio ai manicomi. Su questo Anastasio si pronuncia con durezza: “Non è così che si risolvono i problemi. Un altro problema di adesso è la superficialità. Non si può rispondere con superficialità ai problemi complessi. Non si può tornare indietro agli orrori che abbiamo visto, ma bisogna riconoscere quando dalla patologia si passa alla delinquenza. Su questo bisogna fare una riflessione tutti, a cominciare dagli specialisti. Mi fa male da medico vedere gli schieramenti, gli ideologismi quando c’è una povera crista che è morta. Spesso queste patologie vengono nascoste, le persone si vergognano e questo è un altro aspetto che andrebbe affrontato”.