Tre persone sono state tratte in arresto per l’aggressione a Martina Mucci, la cameriera brutalmente picchiata nella notte tra il 20 e il 21 febbraio scorsi mentre rincasava dal lavoro a Prato. Tra loro, stando alle ultime notizie, ci sarebbe anche il suo ex ragazzo. L’uomo, il 41enne Emiliano Laurini, ex pugile e buttafuori, è accusato di essere il mandante del pestaggio. Secondo gli inquirenti, avrebbe ideato “un’azione punitiva nei confronti della giovane” per gelosia: i due si erano lasciati da circa un mese, dopo una relazione di un anno, a causa di alcuni dissapori. Per questo la 29enne aveva già dei sospetti su di lui. Mai avrebbe pensato, comunque, che sarebbe potuto arrivare a tanto.
Aggressione Martina Mucci a Prato: finite in manette tre persone, tra cui l’ex ragazzo
Avevo i miei sospetti ma speravo di sbagliarmi. Adesso mi sono tolta un peso dallo stomaco.
Con queste parole Martina Mucci, la 29enne vittima della brutale aggressione avvenuta a Prato, ha commentato, rivolgendosi a La Nazione, la notizia dell’arresto di Emiliano Laurini, l’uomo di 41 anni con cui aveva una relazione, accusato di essere il mandante del suo pestaggio. I fatti risalgono allo scorso febbraio. Martina, cameriera di professione, stava tornando a casa dopo aver lasciato il luogo di lavoro, attorno alle 2 del mattino: all’improvviso, mentre camminava, era stata assalita da due sconosciuti, che l’avevano riempita di botte, provocandole una frattura al setto nasale, un profondo taglio al volto e diversi danni ai denti. Poi, prima di darsi alla fuga, lasciandola inerme sul pianerottolo di casa, le avevano portato via la borsa, forse nel tentativo di simulare una rapina.
La natura delle lesioni riportate dalla ragazza, però, avevano permesso di escludere la pista del furto. E si era fatta strada l’ipotesi di un delitto di tipo passionale. Nelle scorse ore i carabinieri avrebbero ora tratto in arresto tre persone: uno dei due aggressori, un intermediario e l’ex della ragazza, che avrebbe ingaggiato gli altri due – entrambi ventenni – in cambio di poche centinaia di euro. Secondo gli inquirenti, avrebbe agito per gelosia. Ora è accusato, insieme agli altri, di lesioni gravi, sfregio permanente al volto e rapina aggravata in concorso, con l’aggravante della “fase ideativa del piano”. Ad incastrarli, sarebbero state alcune intercettazioni esplicite. Sarebbe ancora in fase di individuazione, invece, un quarto uomo, il secondo aggressore, sospettato di aver partecipato materialmente al fatto e ad altri episodi analoghi.
Le dichiarazioni della vittima all’indomani degli arresti
Martina, che non è riuscita ancora a riprendersi del tutto dalla paura di quanto le è accaduto, avrebbe appreso dell’arresto tramite la stampa.
Avevo detto alla polizia dei miei sospetti il giorno dopo l’aggressione, anche se non avrei mai immaginato che il mio ex potesse arrivare a tanto. Gli ho voluto tanto bene,
fa sapere ora, sempre a La Nazione, spiegando che tra di loro c’erano stati dei dissapori – che avevano poi portato alla fine della loro relazione di un anno, circa un mese prima -, ma mai nulla di grave o che, comunque, lasciasse presagire un così tragico epilogo. Dopo i fatti, aveva ad ogni modo sospettato di lui. Perché, quando era stata aggredita, aveva avuto l’impressione che i due sapessero perfettamente cosa fare, come se qualcuno, appunto, glielo avesse ordinato.
Picchiavano sul naso e sui denti – aveva detto, del resto, già all’indomani del pestaggio – come se sapessero che io ci tengo moltissimo al mio volto. Mi volevano sfregiare.
Ora che ne ha avuto la conferma, spera di poter tornare a vivere. Non è facile, però, perché il ricordo di quella notte, ancora doloroso e vivido, la tormenta.