Prenderà il via quest’oggi il processo per stupro contro Donald Trump nato in risposta alle accuse della giornalista americana E. Jean Carroll che lo scorso novembre aveva denunciato il tycoon per fatti avvenuti circa 20 anni fa. L’ex Presidente degli Stati Uniti era stato accusato con ampio ritardo “grazie” alla promulgazione dell’Adult Survivors Act, una legge voluta a New York e che consente alle vittime di stupro di sporgere denuncia anche a distanza di molti anni.
Nelle prime battute del processo non vi saranno né la querelante né Trump anche perché quest’ultimo non ha esitato a sottolineare che la Carroll abbia mentito spudoratamente in cerca di visibilità e pubblicità. Insomma, l’ennesimo dettaglio spinoso nella carriera e nella vita del tycoon che da oggi vedrà comporsi la giuria che dovrà decidere se la giornalista americana fu vittima a tutti gli effetti di stupro tra il 1995-96.
Ricordiamo che E. Jean Carroll non ha sporto denuncia solamente per violenza sessuale ma anche per diffamazione, in risposta proprio alle “contro accuse” di Donald Trump. Un episodio controverso che arriva dopo l’ormai più celebre vicenda di Stormy Daniels su cui venti giorni fa era arrivato il rinvio a giudizio.
Trump contro Carroll: i dettagli del processo per stupro
In attesa di capire gli sviluppi che prenderà l’ennesimo processo contro Trump, emergono i primi dettagli in merito alle accuse della Carroll. Da quanto si apprende, la giornalista americana avrebbe incontrato il tycoon a cavallo tra il 1995 e il 1996 e più precisamente nei grandi magazzini Bergdorf Goodman di New York.
In quell’occasione, sempre secondo le parole della Carroll, la donna sarebbe stata forzata ad avere rapporti sessuali con l’ex Presidente degli Stati Uniti che ha immediatamente negato tutto, rincarando la dose. La giornalista americana è alle prese con l’uscita del suo libro e dunque secondo Trump avrebbe approfittato di questa occasione per farsi notizia accusandolo, da qui la denuncia anche per diffamazione.
Si attendono quindi nuovi particolari su un episodio che di certo non contribuisce a migliorare l’opinione pubblica di Donald Trump, sempre più invischiato in controversie come quella già citata della pornostar Daniels e non solo. La vicenda Carroll si differenzia da un punto di vista legale dalle altre perché rappresenta una causa civile e dunque, nella peggiore delle ipotesi per Trump, il tycoon sarà costretto a pagare un risarcimento economico alla donna ma non vi saranno sanzioni penali.