L’olio scarseggia a causa di siccità e rincari e i costi aumentano semore di più. L’olio extrvergine d’oliva è un’eccellenza della filiera produttiva italiana, esportato in tutto il mondo e apprezzato per le sue altissime qualità nutrizionali. Eppure se ne produce sempre meno, anche a causa del cambiamento climatico. Dopo l’epidemia di xylella – il batterio che ha colpito e decimato gli ulivi della Puglia e Salento- ora c’è una minaccia: quella della siccità. L’emergenza arriva dalla Spagna, che ha annunciato un’importante calo della produzione per il prossimo anno proprio a causa dell’aridità del terreno. L‘olio estratto passerà infatti da 1,4 milioni di tonnellate del 2022 a 780.000 tonnellate nel 2023, facendo segnare un calo quasi del 50%. Una situazione che potrebbe verificarsi però in tutti i paesi dell’area del Mediterraneo, compresa l’Italia.

La crisi dell’olio d’oliva: il caso della Spagna

L’olio scarseggia a causa di siccità e rincari e i costi aumentano semore di più. La Spagna ridurrà sensibilmente la produzione di olio d’oliva per la prossima stagione di raccolta. La siccità nel paese iberico è un problema da molti anni, ma il 2022 è stato l’anno più caldo mai registrato negli ultimi anni e l’inverno è stato uno dei meno piovosi. Non solo, i rincari energetici hanno avuto un importante effetto su tutta la filiera, aumentando i costi di imballaggio e imbottigliamento anche del 50% in alcuni casi. Per far fronte alla situazione molto agricoltori si sono ritirati dalla produzione industriale e hanno deciso di coltivare gli ulivi solo per uso personale o comunque destinato a un piccolo mercato, facendo schizzare il prezzo alle stelle.

L’olio d’oliva scarseggia, produzione in calo a livello mondiale

Non va meglio negli altri paesi produttori. Il maggiori esportatori delle 3 milioni di tonnellate di fabisogno di olio d’oliva a livello mondiale sono stati dell’Unione europea. Insieme alla Spagna, ci sono infatti Italia e Grecia. In queste ultime due agro zone la produzione è diminuita anche del 30% per ragioni molto simili a quelle spagnole. Ecco perché sul mercato globale l’extravergine scarseggia e i prezzi sono in deciso aumento. Altri paesi esporatori sono poi Tunisia, Marocco e Turchia, che però da soli non riusciranno a coprire l’intera domanda.