Il clima rimane delicato in Sudan dove, il 15 aprile, è scoppiata una guerra già in potenza da diverso tempo. Da un lato ci sono le forze armate del capo dell'esercito Abdel Fattah al-Burhan, dall'altro quelle paramilitari guidate dal vice filorusso Mohamed Hamdan Daglo. Dopo aver preso il potere insieme, con un colpo di stato dello scorso 2021, sono presto nate le frizioni volte ad una lotta in testina per la presa del potere. La guerra, nelle ultime ore, ha colpito in maniera particolare la capitale Khartum dove vivono 5 milioni di persone costrette a stare chiuse in casa per evitare di incappare in una morte civile. Sono circa 150 gli italiani in Sudan ed il Ministero degli Esteri, coadiuvato da quello alla Difesa, ha subito avviato le operazioni di rimpatrio. Infatti, è atterrato alle 20.24, all'aeroporto militare di Ciampino, il Boing 767, il primo dei due velivoli che stanno riportando in Italia, dal Sudan, 96 96 persone, 83 italiani e 13 stranieri. Presente il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani. Il secondo aereo, un C130, dovrebbe atterrare dopo le 23. Le parole di Tajani:
Antonio Tajani, contento per il successo dell’operazione, si è detto fiero di essere il Ministro degli Esteri dell’Italia. Poi, ha elogiato il lavoro svolto dalle parti diplomatiche con queste parole:
19 italiani sono rimasti in Sudan per loro espressa volontà. Parliamo di medici, cooperatori internazionali e volontari. Lo ha reso noto, sempre il Vicepremier Antonio Tajani, con un lancio di agenzia. Il quale, poi, ha riportato l’incasso dei complimenti ricevuti dall’ Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza:
Guido Crosetto, Ministro della Difesa, si è unito agli elogi del suo omologo al dicastero degli Esteri. Il successo dell’operazione, ha detto Crosetto, si deve ricondurre:
Commenti positivi arrivano anche da Khartoum, la capitale del Sudan, dove l'ambasciatore italiano Michele Tommasi ha detto: