Mesi di fuoco, in cui finì in un tritacarne per mesi e mesi. La storia di Paola Muraro, ex assessore all’Ambiente sotto la giunta Raggi, è ben nota. Una storia che la vide accusata di diverse cose, da cui ne uscì poi pulita. Un accanimento che non si augura neanche al peggior nemico. Paola Muraro racconta a Tag24 quei difficili mesi, facendo una digressione sul tema dei rifiuti a Roma, oggi. Dopo aver postato un messaggio su Facebook in cui ricordava il suo trattamento, rispetto a un caso analogo che c’è nella giunta Gualtieri.
Paola Muraro, lei è stata assessore all’Ambienti sotto la giunta Raggi, occupandosi di rifiuti. Ma facciamo un passo indietro. Di cosa fu accusata???
“Abuso d’ufficio e mancata ottemperanza di prescrizione, quindi articolo 256, comma 4 del decreto legislativo 152 del 2006. Praticamente era una sanzione amministrativa, però in capo ad Ama. Non sicuramente a me perché io non ero responsabile degli impianti di Ama. Tutto poggiava sul fatto che qualcuno sui giornali aveva scritto che ero responsabile degli impianti di Ama. Io non potevo essere responsabile tecnico perché per farlo serviva una delega specifica del notaio da parte di Ama, che io non avevo perché ero un consulente normale. Tutto era sorto su questa ambiguità e da qui è iniziato un po’ tutto”.
Perché decise di dimettersi?
“Mi sono dimessa prima che il Movimento 5 Stelle me lo chiedesse e poi perché il Movimento aveva un codice etico e io ero stata chiamata dalla sindaca Raggi nel ruolo di assessora (all’Ambiente, ndr). Non ho fatto altro che aderire a questo. Se le regole d’ingaggio sono di questo genere, io non volevo creare problemi all’interno del Movimento e soprattutto nella giunta Raggi. Così ho detto a Virginia che mi dimettevo”.
Le dimissioni dovrebbero essere sempre un atto dovuto, quando si è indagati?
“Dipende sempre da quello che uno sa di aver fatto. Ero tranquilla di non aver fatto nulla e si vedeva che tutto poggiava su alcune ambiguità. Se avessero letto bene la norma, chi aveva fatto i verbali e così via, ma anche solo leggere gli esposti. Era assurdo perché, ad esempio, la mia email nell’esposto era diventata una società. Bastava solo andare a vedere se esisteva questa società e cadeva l’esposto”.
Quindi dipende dall’oggetto dell’indagine. Ad esempio se una persona viene indagata, le dimissioni sarebbero opportune. Fermo restando che si è innocenti fino a prova contraria.
“Sì, diciamo non si è tranquilli. Se poi si ha la stampa dalla propria parte, uno è più tranquillo. Nel nostro caso avevamo la stampa contraria. Se poi tutti i giorni hai i giornali contro, non è un bel vivere. Alla fine ci vanno di mezzo anche la famiglia e gli amici. Su di me all’epoca fecero 450 articoli. Quando mai c’è stato un accanimento così contro qualcuno? Gli stranieri a Roma, quando io e Virginia Raggi andavamo in giro, invece di guardare i monumenti guardavano noi. Noi eravamo diventati un monumento. Diventare famosi per cose create ad arte, dà molto fastidio”.
E dal punto di vista professionale?
“Devo dire che dopo 20 anni di attività, uno ricomincia da zero. Io avevo collaborato con diversi sindaci, perché come tecnico, quando c’è un problema tecnico, si risolve senza guardare al partito. Quando mi ha chiamato Virginia Raggi, ho detto di sì. Ma invece di lavorare mi sono dovuta difendere da tutte le accuse del mondo. È stato pesante”.
Oggi invece?
“Adesso però la stampa è tutta allineata. All’epoca i 5 Stelle avevano tutti contro di loro, un po’ perché erano la novità, un po’ perché pensavano che non avrebbero avuto le capacità. Invece oggi non vedo che si risolve la situazione”.
Paola Muraro, e quindi qual è la situazione rifiuti a Roma?
“Ormai hanno chiuso il cerchio e il ciclo è che si esporta tutto. Hanno chiuso in questo senso. Si esporta tutto a prezzi da 250-260 euro a tonnellata e tutti sono contenti. E il cittadino paga. Non so fino a quando riuscirà a pagare il cittadino, perché non è un bel periodo. Nel mentre continuano ad aumentare la Tari e la raccolta differenziata rimane al palo. Non è cambiato nulla, da quando è stata chiusa Malagrotta. Anzi la situazione è peggiorata. La Regioen Lazio in 10 anni non è riuscita a creare una impiantistica in sostituzione.
E il termovalorizzatore? Paola Muraro è una buona soluzione per lo smaltimento dei rifiuti?
“Ci sono varie soluzioni. Ci sono soluzione che cercano di recuparere tutto quello che è recuperare. Esistono tecnologie che dalla plastica consentono di ottenere biocarburanti, idrogeno ed etanolo. Bisogna andare su quel mondo lì. Per il termovalorizzatore ci vogliono tre anni, avendo già i materiali a disposizione e l’autorizzazione. Nello stesso periodo si può costruire un impianto di produzione di etanolo e idrogeno, che son le nuove raffinerie in sostituzione di quello che si utilizza come carburante fossile. Io sono più per recuperare”.
E quindi lei non ha mai pensato di fare un termovalorizzatore quando era assessore all’Ambiente?
“Quello che volevamo fare era l’impiantistico pubblico, partecipato dagli operai Ama perché è una questione di lavoro e dignità per tutti. Se lavori in un ciclo produttivo dove tu sei la parte di controllo, a maggior ragione l’ambiente di lavoro diventa più vantaggioso per tutti. Ama poteva essere autonoma, come tante altre società che utilizzano il rifiuto come una ricorsa. Invece Roma utilizza il rifiuto solo per farlo circolare in Italia e all’estero. In Olanda tre linee dell’inceneritore sono dedicate a Roma. È difficile togliere un business del genere alle aziende estere. Non capisco perché l’organico di Roma debba andare in giro per l’Italia a produrre biogas a produrre biometano, che poi noi ricompriamo. È assurdo. Il Lazio è diventato un po’ il fanalino di coda dell’Italia”.
E la politica come sta reagendo?
“Quello che mi fa rabbia è che tutti sembrano omologati su quella che è la volontà di un partito e basta. Non c’è contraddittorio a Roma. Non vedo una opposizione. Con noi sono stati virulenti, mai visto una cosa del genere. Non dico di arrivare a questi livelli, non è umano. Posso anche avere fiducia nel sindaco, ma poi contano i fatti. Sui rifiuti siamo ancora indietro. So che non è semplice, ma Gualtieri ci ha messo la faccia sul Termovalorizzatore”.