Il presidente francese Emmanuel Macron ha fortemente condannato il tipo di linguaggio usato dall’ambasciatore cinese in Francia, Lu Shaye, che venerdì ha messo in dubbio con dichiarazioni scioccanti lo “status sovrano” dei territori dell’ex Unione Sovietica. Un riferimento nemmeno troppo velato all’Ucraina, che mostra uno scenario geopolitico molto teso sotto la superficie.
Penso che non sia compito di un diplomatico usare questo tipo di linguaggio. Piena solidarietà ai Paesi che sono stati attaccati nella lettura della loro storia e dei loro confini
Dichiarazioni estrapolate dalla visita che il presidente francese ha compiuto oggi in Belgio a un evento sull’eolico.
Dichiarazioni ambasciatore cinese in Francia, le scuse di Pechino
Le dichiarazioni di Lu Shaye, ambasciatore cinese in Francia, rimproverato duramente da Macron, hanno creato parecchia polemica a livello internazionale. Quasi 80 esponenti governativi hanno chiamato in causa il ministro degli Esteri francese, Catherine Colonna, ma alla fine è stato Macron in persona a esporsi sulla vicenda.
In breve, il funzionario di Pechino ha rilasciato un rapido commento al canale d’informazione francese LCI:
I Paesi dell’ex URSS non hanno uno status effettivo nel diritto internazionale perché non c’è un accordo internazionale che concretizzi il loro status di Paesi sovrani
Entrando nel merito, l’ambasciatore parlava dell’annessione della Crimea alla Russia con la guerra tra il 2014 e il 2015. Grande imbarazzo da parte della diplomazia cinese, alle prese con una serie di esternazione dei propri rappresentanti abbastanza raccapriccianti. Solo pochi giorni fa l’ambasciatore cinese nelle Filippine aveva minacciato ripercussioni se Manila non avesse condannato i progetti indipendenti di Taiwan.
La Cina rispetta lo status sovrano delle repubbliche nate dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica alla fine del 1991
Mao Ning, portavoce del Ministero degli Esteri cinese
Chi è Lu Shaye, l’artefice della gaffe
Lu Shaye, 58 anni, è ambasciatore cinese a Parigi dal 2019. Nella sua permanenza oltralpe si è reso suo malgrado protagonista di una serie di uscite poco felici.
Prima di oggi, basta tornare allo scorso dicembre per sentire insinuazioni sul fatto che le proteste del popolo cinese per i controlli cinesi sulla pandemia da covid fossero state orchestrate dall’esterno per creare scompiglio. Ovviamente, congetture mai documentate da prove concrete. Lui non ha mai nascosto inoltre la propria avversione per le minoranze, soprattutto quella degli uguri.
Infine, nell’aprile 2020, quando la bolla covid era scoppiata da poco anche in Europa, sul sito web dell’ambasciata cinese apparve un articolo anonimo nel quale si leggeva che il governo di Macron avesse lasciato morire di fame gli anziani ospitati nelle case di riposo.