I genitori della piccola Gaia, bambina di 14 anni di Roma, tenuta in schiavitù fin dalla nascita insieme ai suoi fratelli, andranno a processo. Può essere la fine per l’incubo della ragazzina, dopo gli abusi subiti per tanti anni.

Roma, a processo i genitori che hanno costretto alla schiavitù una bambina di 14 anni. Anche lesioni gravi tra le accuse

L’inferno, per Gaia, era la sua casa. Una casa a Roma dove la bambina di 14 anni viveva in condizioni di schiavitù, costretta fin dalla nascita dai suoi genitori a ogni genere di sevizie e violenze. Un incubo che si era interrotto grazie alla forza di volontà della ragazzina che, in lacrime, aveva trovato il coraggio di denunciare quello che lei e i suoi dodici fratelli dovevano subire da anni, portando all’arresto dei due aguzzini, lo scorso novembre. Subito dopo, la ragazza e i suoi dodici fratelli erano stati assegnati in diverse comunità per minori, nel tentativo di aiutarli a ricostruirsi una vita, dopo i maltrattamenti subiti.

Ora i due – un uomo di 41 anni e una donna di 36, entrambi di nazionalità bosniaca – verranno sottoposti a processo, dopo la richiesta della Procura di Roma. Pesanti le accuse a loro carico: riduzione in schiavitù e lesioni personali gravi.

Le violenze subite, il matrimonio combinato e i tentativi di suicidio

Inimmaginabili, per il 21° secolo, le condizioni in cui era costretta a vivere l’adolescente, nata nella periferia romana di San Basilio.

L’inchiesta portata avanti dai procuratori della Dda di Roma Michele Prestipino e Ilaria Calò, ha portato alla luce fino a che punto si spingevano i maltrattamenti cui la ragazzina e i suoi fratelli erano sottoposti. Violenze fisiche e verbali, cieca obbedienza nei confronti dei genitori, una vita di stenti che la spingeva a chiedere l’elemosina all’esterno di un supermercato. E poi, come ultimo, ennesimo schiaffo alla sua dignità e innocenza, la promessa in matrimonio, contro la sua volontà, a uno sconosciuto, in cambio di soldi. Uno scenario che ha portato la piccola, in più di un’occasione, a tentare il suicidio.

Prima della ribellione e della denuncia, e del processo che ne seguirà. La prima udienza è prevista per la prossima settimana e, in quell’occasione, verrà reso noto se, nei confronti dei due imputati, si procederà con il processo ordinario o con il rito abbreviato.