È querelle totale sulle responsabilità del ponte rotto che blocca la via Francigena. Si tratta del ponte Crocettone, poco distante da Pavia: un punto di passaggio cruciale dei pellegrini in Lombardia. Il ponte in questione è malmesso e necessita di un intervento di qualificazione. Le responsabilità, tuttavia, vengono rimbalzate tra due sindaci e un’associazione.
Protagonisti i primi cittadini Roberto Francese, sindaco di Robbio, e Giuseppe Cirronis, a capo del comune di Palestro. Il primo ritiene che mettere a posto il ponte tocchi al collega confinante. Un provvedimento che, secondo Francese, è necessario soprattutto a mettere in sicurezza gli stessi pellegrini. Questi ultimi, per evitare l’intralcio, sono costretti a prendere il treno oppure a camminare tra le auto.
Cirronis nega e passa invece la palla all’associazione Irrigazione Est Sesia. Quest’ultima, dal canto suo, ha fatto ricorso al Tar per dimostrare la propria estraneità alla vicenda. Secondo l’Associazione, il comune di Palestro sarebbe responsabile di un “grave travisamento”. Nel mirino l’ordinanza in cui lo stesso comune ordina agli agricoltori di “porre in essere ogni adeguato intervento volto a evitare situazioni di pericolo”.
Ponte rotto sulla via Francigena, il sindaco di Robbio: “Per sistemarlo basterebbero solo tremila euro”
Una situazione che va avanti da gennaio 2023 e che si potrebbe risolvere con uno sforzo minimo. Ne è convinto il già citato sindaco di Robbio Roberto Francese, intervenuto ai microfoni dell’Agi.
Per sistemarlo, basterebbero a dir tanto tremila euro. Un lavoro da poco come se ne fanno tanti in campagna dove spesso non si sa a chi appartengano i ponti. Io credo tocchi a Palestro che questo ponte l’ha voluto fortemente nel 2011.
Come accennato, correre ai ripari si rende sempre più necessario soprattutto a tutela dei pellegrini, che rischiano così di correre seri pericoli.
I pellegrini sono costretti a cambiare percorso a causa di un’ordinanza del Comune vicino che fa riferimento a un ‘percorso alternativo’ che però non trovano perché non viene spiegato nella segnaletica. Quelli che sanno dell’ordinanza saltano la tappa passando dall’ex strada statale dei Cairoli, rischiando di essere investiti, come accadde a un pellegrino morto nel 2008, oppure scavalcano, perché gli ostacoli messi sono facilmente superabili e rischiano di farsi male.
Nel frattempo, sottolinea Francese, le strutture della zona abituate a ricevere i pellegrini sono vuote. Una situazione non particolarmente felice, che non offre un bel biglietto da visita soprattutto a chi viene dall’estero.
Non facciamo una bella figura, proprio noi che accogliamo il ‘cuore’ antico del cammino. Il paradosso è che le spese legali davanti al Tar costeranno più della cifra da spendere per mettere a posto il passaggio. La porta d’ingresso alla via Francigena lombarda viene sbattuta in faccia ai viandanti.
Che cos’è la via Francigena: 2.200 chilometri da Canterbury a Roma
Dall’Europa occidentale, in particolare dalla Francia, sin nel Sud Europa fino a Roma, proseguendo poi per la Puglia. La millenaria via Francigena si snoda da Canterbury a Roma per 2.200 chilometri. Fa parte di un fascio di percorsi, detti anche vie romee, che dalla Francia conducevano verso i porti d’imbarco per la Terrasanta, meta di pellegrini e di crociati.
Nel 1994 è stata dichiarata “Itinerario Culturale Europeo” assumendo, alla pari del Cammino di Santiago di Compostela, una dignità sovranazionale.