Il Napoli è a un passo dallo scudetto, lo stesso titolo vinto da Salvatore Bagni a metà degli anni ’80. Un traguardo storico per un’intera città, che ora è a un passo dal terzo titolo della sua storia. La redazione di Tag24 By Unicusano ha intercettato in esclusiva l’ex centrocampista del Napoli. In riunione a Zagabria, fuori per impegni lavorativi, ci chiede di fare un’intervista rapida. Accettiamo, ma è poi lo stesso Salvatore Bagni a lasciarsi andare una volta capito che il tema è il Napoli. Il suo Napoli, quello che gli è rimasto nel cuore. Manca pochissimo a livello matematico per quello che, al di là del dato economico, è un traguardo storico anche per lo stesso Salvatore Bagni.

Inevitabile partire dal chiedergli se si aspettasse un traguardo del genere a inizio anno, quando ad agosto nessuno si aspettava un Napoli campione d’Italia. Quando ad agosto si registrava uno dei record negativi di abbonamenti venduti nella piazza sotto l’ombra del Vesuvio nessuno si aspettava che le partenze di Kalidou Koulibaly e Lorenzo Insigne potessero essere rimpiazzate in così poco tempo da Kim Minjae e da un georgiano dai piedi d’oro che ha fatto innamorare una città intera, Kvicha Kvarastkhelia.

Eppure Salvatore Bagni, per commentare lo scudetto del Napoli, sceglie un giocatore diverso, l’idolo dei bambini con l’azzurro nel cuore e protagonista assoluto di questo massimo campionato: Victor Osimhen. Il centrocampista tesse le lodi dell’attaccante nigeriano, evidenziandone oltre alle capacità fisiche, tattiche e di gioco anche la capacità di essere stato un vero collante per Napoli, un capopopolo di una parte di mondo che aveva un sogno del cuore e che, ormai possiamo dirlo, l’ha realizzato dominando in lungo e in largo.

Scudetto Napoli, Bagni: “Gran merito di Giuntoli e Spalletti”

Salvatore Bagni, si aspettava un trionfo simile a inizio campionato?

“Noo! Ma come facevi ad aspettartelo (sorride ndr)? Il 99,9% non se lo aspettava. Dopo la rivoluzione di agosto voluta dalla società che ha voluto ridurre il monte ingaggi a 73 milioni di euro la prima pietra era stata posata, poi è arrivata la bravura del direttore (Cristiano Giuntoli, direttore sportivo Napoli ndr.) e delle sue scelte. Per non parlare della bravura del mister Luciano Spalletti, che li ha dovuti mettere in campo per fargli capire che sarebbe stata una cosa importante. E poi i giocatori che hanno dato il tutto per tutto. E’ stata una sorpresa enorme per tutti, non tanto per il risultato ma per come è arrivato, per aver dominato questo campionato e per essersi imposto col gioco”.

C’è un giocatore che potrebbe star bene nel Napoli in cui hai vinto lo scudetto?

“No, noi abbiamo Diego. Diego nessuno può emularlo, dobbiamo ringraziarlo e lo ringraziamo tutti i giorni. Noi abbiamo avuto quella fortuna, fortuna che pochi possono dire di aver avuto”.

Sono due scudetti diversi, diciamo

“Ma il primo è il primo, il secondo sono stati bravi perché vincere contro quel Milan sono stati bravi ma il primo non è eguagliabile in nessun modo”.

C’è almeno un giocatore del Napoli che ti ha colpito in particolare quest’anno?

“Da quando è arrivato, forse i napoletani non se lo aspettavano, ma ho sempre detto che Victor Osimhen sarebbe stato il giocatore in grado di fare la differenza, quello che avrebbe segnato più di venti gol, quello che sarebbe cresciuto più di tutti e migliorato più di tutti. Abbiamo visto che quando è mancato lui è mancato tanto al Napoli. Certo, poi dopo c’è Kvicha Kvaratskhelia, ovvio, ma il giocatore determinante è stato sicuramente Osimhen”.