Quella di Barbara Capovani è solo l'ultima aggressione di una lunga serie. Ormai la professione di operatore sanitario è diventata difficile da svolgere, non solo per le problematiche ataviche del sistema Salute, ma anche per la paura e il rischio di essere aggrediti mentre si sta compiendo il proprio lavoro. L'ordine dei medici lancia - nuovamente - l'allarme, parlando di una emergenza nazionale che, però, spesso e volentieri torna sotto i riflettori subito dopo un'aggressione. E lanciano l'appuntamento per una fiaccolata in ricordo della psichiatra uccisa.
E così Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, parla di una sconfitta di tutta la Nazione e riflette su un crimine - quello contro la Capovani - che ricorda da vicino Paola Labriola, la psicologa uccisa a Bari 10 anni fa. La violenza è sempre una sconfitta, non solo per chi la subisce ma per l’intera società, dice il Presidente della Fnomceo Rai Uno. E aggiunge:
Bisogna intervenire per risolvere questa emergenza nazionale, dice ancora Anelli, chiamando in causa il Governo per trovare una soluzione. "Nella polizia si individui un settore specifico dedicato a proteggere gli operatori sanitari. E riporta i dati sconcertanti sulle aggressioni: Il 55% dei colleghi riferisce di aver subito violenza- ha concluso Anelli - e il 48% pensa sia normale".
Intanto l'ordine dei medici ha anche organizzato una fiaccolata a Pisa il 3 maggio.
Così le organizzazioni sindacali dei medici, dirigenti sanitari e veterinari insieme alla Fnomceo, si stringono intorno la famiglia di Capovani e lanciano l'annuncio per la fiaccolata di mercoledì 3 maggio a Pisa, alle ore 20.00 in Piazza Vittorio Emanuele II.