Prima o poi il percorso di un calciatore giunge al termine, il ritiro di Alino Diamanti arriva all’alba dei quaranta anni che compirà il prossimo 2 maggio. Il fantasista ha annunciato la sua decisione con un lungo post sui social dove racconta quanto sia stato un percorso divertente durato ventitre stagioni. L’esordio fra i professionisti risale al 14 maggio 2000 quando l’allenatore del Prato, Vincenzo Esposito, lo lanciò in campo nei minuti finali del matche fra Novara e Prato terminato 0-0 e valido per l’ultima giornata del campionato di Serie C2. Una carriera senza mai fermarsi stabilmente in un posto che lo ha visto andare in Inghilterra e in Cina fino allo sbarco in Australia nel 2019 con la maglia del Western United Football Club che ha sede a Melbourne. In maglia neroverde arriverà il suo addio al calcio giocato nel match contro il Perth Glory che si disputerà sabato 29 aprile.
Ritiro Diamanti, il messaggio di addio
Dopo 23 anni sabato sarà la mia ultima partita .
Un milione di cose da dire ..
Centinaia di foto da mettere ..
Migliaia di persone da ringraziare ..
Ma sarò semplice .
Sono un UOMO FELICE …
Io che ho sempre cercato di essere un calciatore della gente , per la gente ..
Io che ho sempre seguito i valori veri del calcio.
Non sono stato stato un giocatore da 100 trofei , ma sono sono stato un giocatore che si è’ sentito AMATO , dai miei cari per primo e da tutte le migliaia di persone che mi seguono da più di 20 anni ..
AMORE PROFONDAMENTE VERO !
L ‘ AMORE che voi tifosi mi avete constantemente sempre dato è’ stata ed E’ la mia più GRANDE VITTORIA.
Adesso sono pronto ad affrontare altre sfide ..
Con gli stessi valori e con le stesse certezze che mi hanno accompagnato fin dal primo momento che ho preso in mano il pallone ..
Passione
Lavoro duro Umiltà
Entusiasmo
Sana follia
E tante risate !
POi BO..
Da Prato a Melbourne
Fantasista mancino tutto estro e intuizioni, non proprio un portatore d’acqua ma quel giocatore capace di risolverti la partita con una giocata geniale. Trequartista ma anche centrocampista offensivo o seconda punta, non aveva un ruolo chiave se non quello di azionare il suo piede sinistro senza troppi vincoli tattici. Come tutti i giocatori tecnici subiva tanti falli ma ne restituiva altrettanti come spiegò in una recente intervista: “Un record che non posso dimenticare è che sono stato il più picchiato in Europa per due anni consecutivi, con tipo 350 falli subiti ma nello stesso periodo ero anche l’italiano che ne dava di più. I miei allenatori finivano sempre per dirmi ‘Sei l’unica mezza punta che picchia più di un mediano’. Quando cresci tra interregionale e Serie C, devi saperti difendere. Poi ero uno che parlava molto, mi picchiavano anche per quello. Ma una volta arrivato in A, non avevo più paura di niente e nessuno“.
Nasce a Prato dove arriva il suo esordio fra i professionisti contro il Novara nel 2000 ad appena diciassette anni. I primi anni in prestito alla ricerca di spazio fra Empoli, Fucecchio, Florentia Viola e Albinoleffe con il ritorno nella sua città natale come esito finale. Poi l’incontro con Pierpaolo Bisoli nel 2006/07 che trasforma Diamanti, saranno quinidici i gol a fine stagione che valgono la chiamata del Livorno in Serie A. L’esordio in chiaro scuro che coincise con la retrocessione degli amaranto per poi trascinarli nel massimo campionato al suo secondo anno.
Fa in tempo a giocare la prima gara della terza stagione a Livorno che Gianfranco Zola lo chiama in Inghilterra per giocare nel West Ham. Una proposta irrinunciabile e vola a Londra per una stagione prima del ritorno in Serie A con la maglia del Brescia. Nel 2011 arriva la chiamata del suo vate Bisoli al Bologna e quindi si sposta in Emilia per una avventura che durerà tre anni rivelandosi la più duratura della sua carriera. Dopo Guangzhou Evergrande, Fiorentina, Watford, Atalanta, Palermo, Perugia e il ritorno al Livorno prima della partenza per l’Australia.
Il 14 novembre 2010 ricevette la prima convocazione in nazionale, chiamato dal commissario tecnico Cesare Prandelli in vista dell’amichevole contro la Romania del 17 novembre. Convocato per l’Europeo 2012, nella terza e ultima partita della fase a gironi, vinta il 18 giugno per 2-0 contro l’Irlanda, subentrò ad Antonio Cassano e fornì l’assist da calcio d’angolo per il gol del raddoppio di Balotelli. Nei quarti di finale contro l’Inghilterra colpì un palo nei tempi supplementari e durante la serie finale segnò il rigore decisivo per la vittoria. Giocò anche il 28 giugno nella semifinale vinta per 2-1 contro la Germania. L’Italia concluse il torneo perdendo 4-0 contro la Spagna in finale.
Dopo la positiva esperienza dell’Europeo continuò a far parte stabilmente della rosa della nazionale italiana, venendo convocato in occasione delle partite del girone di qualificazione al Mondiale 2014. Prese parte anche alla Confederations Cup 2013, nella cui finale per il 3º posto, vinta dall’Italia il 30 giugno contro l’Uruguay (2-2 dts, 4-5 dcr), dapprima propiziò la rete di Davide Astori e in seguito realizzò su punizione il suo primo gol in maglia azzurra, lasciando infine il campo a Emanuele Giaccherini.