La decisione presa dal presidente Federale Gravina di concedere la grazia a Lukaku crea un precedente che può diventare pericoloso. Per la prima volta infatti una squalifica viene annullata nonostante la decisione del Giudice sportivo. L’attaccante nerazzurro sarà regolarmente in campo nella semifinale di ritorno della Coppa Italia in cui l’Inter affronterà la Juventus. Una decisione volta ad essere un esempio di condanna diretta al razzismo. L’aspetto sportivo, almeno in questo caso c’entra poco. Per commentare questa decisione e analizzare il momento storico che vivono gli arbitri in Italia, a Radio Rai 1 è intervenuto il neopresidente Aia, Carlo Pacifici.

Pacifici, presidente Aia, sulla grazia a Lukaku

Nessun precedente, nessuna modifica al regolamento. Il neopresidente dell’Associazione italiana arbitri, Carlo Pacifici è certo che dal punto di vista sportivo la decisione presa dal presidente Gravina nei confronti di Lukaku non andrà in nessun modo ad influenzare gli arbitri in futuro. “Da parte nostra non cambia nulla – ha detto Pacifici a Radio Anch’io sport su Radio Rai 1 – continueremo a prendere le decisioni secondo quelle che sono le regole in atto. Chi andrà a zittire il pubblico dopo essere stato insultato sarà ammonito, lo prevede il regolamento”. Una scelta, quella di Gravina, sicuramente ben ponderata, dice Pacifici: “La grazia è prerogativa del presidente federale, l’ha messa in atto perché probabilmente ha verificato tutte le condizioni”.

Lukaku aveva infatti festeggiato il gol realizzato dal dischetto zittendo il pubblico dell’Allianz Stadium. Un gesto che l’attaccante fa spesso dopo aver segnato, ma non con la stessa veemenza vista in occasione del derby d’Italia. Da lì si era accesa una rissa che aveva condizionato il finale di partita. Per spiegarsi però, l’attaccante belga nel post gara aveva denunciato che la sua esultanza era rivolta a chi, nel corso del match, gli aveva riservato cori e insulti razzisti. Un aspetto che non aveva fatto modificare la scelta del Giudice Sportivo che aveva confermato la giornata di squalifica. Il razzismo però va condannato, non è più ammissibile all’interno degli stadi di calcio. Per questo Gravina ha scelto per la prima volta di concedere la grazia al calciatore.

Le dichiarazioni degli arbitri

Oltre a parlare di Lukaku, nel corso dell’intervista radiofonica, Pacifici ha avuto modo di analizzare anche il momento storico che stanno vivendo gli arbitri e rispondere a una richiesta che nell’ambiente circola da anni: far parlare i direttori di gara al termine delle partite per spiegare le scelte prese. “Gli arbitri parleranno di più, anche se sulle interviste post gara non sono molto d’accordo – ha detto il presidente Aia – perché c’è troppa adrenalina che potrebbe alterare l’aspetto comunicativo dell’arbitro. Sono pienamente convinto però che noi arbitri dovremo spiegare attraverso canali diretti quelle che sono le regole del gioco e gli episodi avvenuti sul campo”.

Oltre alle polemiche e agli attacchi verbali, capita però ancora troppo spesso di sentire di vera e propria violenza e minacce nei confronti degli arbitri. “Troppi ragazzi ne sono oggetto – ha detto Pacifici – ed è un aspetto su questo dobbiamo lavorare. La federazione ci è stata vicina dandoci la possibilità di essere tutelati attraverso l’inasprimento delle sanzioni, ma serve molta attenzione”.

L’utilizzo del Var

Nonostante le polemiche negli anni non si siano spente, la tecnologia aiuta gli arbitri e Pacifici ne è convinto: Il Var ha rivoluzionato il calcio, è uno strumento importante per noi. Abbiamo così la possibilità di sanare eventuali errori. È logico che deve esserci un equilibrio tra intervento autonomo dell’arbitro e Var. Il protocollo è stato aggiornato, i risultati sono positivi, ma ci sono margini per fare meglio. La Var a chiamata? Sono aperto a qualsiasi soluzione che possa andare incontro alle esigenze del calcio, da parte mia nessuna preclusione. Quando l’Ifab introdurrà questa soluzione, la metteremo in atto come abbiamo sempre”.