E’ scomparso all’età di 85 anni l’ex presidente del Cagliari Tonino Orrù, causa morte ancora riservata. Ha guidato il club rossoblù dal 1987 al 1992 partendo dalla Serie C fino a raggiungere la massima categoria con una giovanissimo Claudio Ranieri in panchina e Carmine Longo come general manager. Lo ricordo come un grande uomo di sport che dimostrò un attaccamento ai colori rossoblù nel momento del bisogno, quando tutti sembravano disinteressarsene. Nel 1986 il Cagliari era messo male e lui arrivò nel momento del bisogno, rendendosi protagonista di una risalita epica. Una perdita per tutti, non solo per gli sportiviha ricordato Gigi Riva ai microfoni dell’Unione Sarda.

Tonino Orrù causa morte

Il club sardo venne acquistato dai fratelli Orrù, Antonio e Ninnino, nel 1987 con la formazione rossoblù impegnata in Serie C1 nelle prime due stagioni della nuova gestione, la prima delle quali lo vede, ricostruito per via del rischio incombente di fallimento, evitare per un punto la retrocessione in Serie C2 sotto la guida tecnica del richiamato Mario Tiddia subentrato a campionato in corso a Enzo Robotti. Nel 1988-1989, con l’arrivo del tecnico Claudio Ranieri e del general manager Carmine Longo, la squadra viene ringiovanita riuscendo a conquistare il ritorno nella serie cadetta vincendo il proprio girone e classificandosi prima con 45 punti; in quello stesso anno i sardi completano la stagione vincendo la Coppa Italia di Serie C, battendo la SPAL nella doppia finale 3-0 all’andata e 2-1 al ritorno.

Nel campionato 1989-1990 il Cagliari continua a macinare risultati positivi con tutti i giovani che Ranieri aveva plasmato ad arte. 47 punti alla fine della stagione che valgono il doppio salto di categoria con il ritorno in Serie A dopo sette anni di assenza. Al ritorno nella massima serie seguono due campionati conclusi con altrettante salvezze, con la squadra che nel frattempo si era arricchita di giocatori di talento come gli uruguaiani Daniel Fonseca e Enzo Francescoli, nominato pochi anni prima come miglior giocatore sudamericano della stagione con la maglia del River Plate, e il sardo Gianfranco Matteoli.

Tonino Orrù era riuscito quindi a costruire una squadra che ambiva alla permanenza in Serie A mettendo in mostra diversi calciatori sul panorama nazionale. Nel 1992 decide quindi di vendere avendo creato una formazione competitiva e, soprattutto, senza i debiti che aveva martoriato il club negli anni 80. Il Cagliari viene quindi acquistato da una cordata composta da Corrado Ferlaino con quote del 50% e con le restanti quote agli altri soci Franco Ambrosio e Massimo Cellino, quest’ultimo divenuto presidente. Il triumvirato durò solo un anno a causa di problemi giudiziari che coinvolsero Ferlaino e Ambrosio che cedettero le quote a Cellino.

Il comunicato del club sardo

Ci ha lasciati Tonino Orrù

Una cavalcata entusiasmante, un Presidente rimasto per sempre nei cuori dei tifosi. Sardo, cagliaritano: uno di noi. Ci ha lasciati Tonino Orrù, tra gli artefici della rinascita del Cagliari: con mister Ranieri in panchina seppe realizzare il doppio salto dalla C alla A e una clamorosa salvezza nella massima serie.

“Il presidente Tonino e tutta la sua famiglia mi avevano accolto come uno di loro, siamo stati e siamo molto uniti. Il loro dolore è anche il mio – sono le parole di mister Ranieri – Tanti ricordi affettuosi ci legano e non si potranno mai dimenticare. Penso che anche i tifosi lo ricordino con grande stima e riconoscenza, così come faccio io”.

Umiltà, competenza, passione e lungimiranza gli ingredienti che hanno caratterizzato la sua avventura in rossoblù. L’arrivo in Sardegna di giocatori eccezionali, la guida sportiva affidata al compianto Carmine Longo, con cui potrà ora riabbracciarsi.

Il popolo cagliaritano, il Presidente Giulini e tutto il Club si stringono attorno alla famiglia e ai suoi cari, ricordandolo con affetto e profonda stima, professionale e soprattutto umana.

Ciao, Presidente.