Pensioni 2023, il governo Meloni lavora su due misure che saranno messe all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri del 1° maggio prossimo. Il primo intervento riguarda l’uscita anticipata dei lavoratori cosiddetti “precoci”, cioè dei contribuenti che abbiano iniziato a lavorare durante l’età dell’adolescenza. Nel pacchetto “Lavoro” troverà spazio anche lo scivolo previdenziale, lo strumento di esodo che permette ai dipendenti di andare in pensione anticipata con 60 mesi di anticipo, puntando a tagliare i requisiti sia della pensione di vecchiaia che i contributi richiesti per la pensione anticipata.
Pensioni 2023 due misure di uscita anticipata in arrivo nel Consiglio dei ministri del 1° maggio: interessati precoci e dipendenti
Due novità in arrivo sulle pensioni anticipate con entrata a regime già a partire dal 2023. La prima riguarda i lavoratori precoci, cioè i soggetti che abbiano iniziato a lavorare entro i 18 anni compresi, con versamento di almeno 12 mesi di contributi. Per chi avesse raggiunto la quota 41, ovvero 41 anni di contributi durante la carriera lavorativa, saranno a disposizione tre date di uscita durante ciascun anno, rispetto alle due stabilite attualmente. La novità entrerà in vigore già nell’anno in corso, permettendo a chi maturi i 41 anni di contributi di poter scegliere la data del 15 luglio o del 30 novembre 2023 come scadenza per la domanda di uscita anticipata. Le tre scadenze annuali coincidono con quelle dell’Ape sociale: la prima è fissata al 31 marzo di ogni anno.
Pensioni 2023, con quota 41 domanda di uscita anticipata per tre scadenze l’anno
Per accedere alle pensioni anticipate dei lavoratori precoci occorre aver raggiunto la quota 41 di contributi, dei quali un anno deve essere stato versato entro il compimento dei 19 anni di età. Inoltre, occorre rientrare nelle condizioni sfavorevoli (di disoccupazione, riduzione della capacità lavorativa, svolgimento di mansioni gravose o di cura di un soggetto in situazione di handicap grave) richieste anche per l’Ape sociale. Con le tre scadenze per presentare domanda, il governo avrebbe la possibilità di mantenere monitorata la spesa occorrente per la misura, anche in considerazione del fatto che la terza scadenza, quella del 30 novembre, ammette domande solo in caso di capienza delle risorse finanziarie stanziate per l’anno.
Pensioni anticipate a 62 anni o con 37 anni e 10 mesi di contributi: le ultime novità
Un’ulteriore novità in tema di pensioni anticipate in arrivo con il decreto del 1° maggio 2023 è quella della proroga dello scivolo previdenziale anche agli anni 2024 e 2025. Con la misura, il governo dovrebbe consentire alle imprese che hanno iniziato le trattative per l’esodo dei dipendenti nel 2022, di portarle a compimento quest’anno. In questo modo, i lavoratori in uscita dovrebbero non avere finestre previdenziali per il 2023. Per il resto della misura le condizioni dovrebbero rimanere inalterate. I lavoratori a non più di 60 mesi dalla pensione di vecchiaia (quindi a 62 anni) o dalla pensione anticipata dei soli contributi (37 anni e 10 mesi per gli uomini di versamenti, 36 anni e 10 mesi per le donne) possono beneficiare dell’uscita anticipata se l’azienda datrice di lavoro dovesse arrivare a un accordo sindacale al ministero del Lavoro.
Scivolo previdenziale, chi può accedere uscendo dal lavoro 5 anni prima?
I precedenti governi hanno abbassato il numero delle unità lavorative delle aziende che possono richiedere la pensione anticipata di cinque anni per i propri lavoratori. Nel 2022, Mario Draghi ha dimezzato il requisito, ammettendo alla misura anche le piccole imprese con almeno 50 unità lavorative. Le imprese che richiedono l’esodo per i propri lavoratori, devono produrre un piano di ristrutturazione e di riorganizzazione aziendale che consente anche di effettuare il cosiddetto turn over. Soprattutto le aziende di più grandi dimensioni, riescono a ottenere un anno in più di copertura Naspi (sui prepensionati) se riescono a centrare l’obiettivo di un assunto ogni tre uscite.