Riforma del Reddito di cittadinanza 2023 nel pacchetto “Lavoro” che il governo discuterà nel Consiglio dei ministri fissato il 1° maggio prossimo. L’esecutivo prova a mettere sul piatto un piano complessivo che, da un lato tenderà ad aumentare gli stipendi dei lavoratori dipendenti con risorse per 3,5 miliardi di euro, dall’altro metterà definitivamente in soffitta il Reddito di cittadinanza per i percettori “occupabili”, dapprima dimezzando l’indennità mensile e poi riservandola temporaneamente a soggetti che rientrino in specifici requisiti. Ecco, dunque, come cambierà il Reddito di cittadinanza seguendo le direttrici del Consiglio dei ministri di inizio maggio.

Riforma reddito cittadinanza 2023, ecco chi continuerà a percepirlo e quali novità

Riforma del Reddito di cittadinanza in arrivo con l’adozione di tre strumenti che andranno a cambiare volto alla misura e a sostenere le famiglie con all’interno componenti non occupabili, limitando l’accesso all’indennità per tutti gli altri. L’obiettivo, in sinergia con il nuovo slancio ai contratti a termini nell’attuale situazione di incertezza, è quello di stimolare il mercato del lavoro, soprattutto per i tre milioni di disoccupati e per i due milioni di Neet, giovani fino a 35 anni che non studiano, non lavorano e non cercano un’occupazione. Il nuovo Reddito di cittadinanza si dividerà in tre sigle, la prima della quale si chiama Gil, Garanzia per l’inclusione. A questa misura avranno accesso le famiglie al cui interno sia presente almeno un minorenne, o. un componente con disabilità o con almeno 60 anni. Rientra nella Garanzia anche la famiglia con almeno un componente con patologia riconosciuta ai fini dell’invalidità civile.

Nuovo reddito cittadinanza, cosa cambia con il nuovo decreto ‘Lavoro’ in arrivo

Il nuovo Reddito di cittadinanza Gil darà diritto alla famiglia beneficiaria a un assegno di 500 euro al mese (pari a 6.000 euro all’anno) moltiplicato per il valore risultante dalla nuova scala di equivalenza. I nuclei beneficiari possono ottenere anche l’integrazione per la locazione della casa in cui abitano che vale fino a 280 euro al mese (3.360 euro all’anno). L’indennità Gil verrà erogata per 18 mesi e si potrà rinnovare per un altro anno con un mese di stop tra un periodo e l’altro. Il governo prevede di erogare l’assegno nel 2024 a 709.000 famiglie, a fronte di una spesa complessiva di 5,3 miliardi di euro.

Riforma reddito cittadinanza, andrà anche a chi non trova lavoro?

Chi perderà il Reddito di cittadinanza, nella misura in cui lo percepisce fino al prossimo luglio, saranno i soggetti occupabili che rientreranno nella Prestazione di accompagnamento al lavoro (Pal). Al termine delle sette mensilità spettanti nel 2023, infatti, è previsto che dal 1° settembre prossimo si possa fare domanda per questa misura che dà diritto a un assegno mensile di 350 euro. È tuttavia necessario dimostrare di essere attivamente alla ricerca di un lavoro mediante la sottoscrizione di un patto per il lavoro. Il passaggio è fondamentale per rientrare nelle politiche attive al lavoro. In tutto saranno coinvolte 213.000 persone che appartengono a 154.000 famiglie. Il beneficio, mediamente, durerà 3,7 mesi per una spesa, stimata dal governo, di 276 milioni di euro.

Nuovo Rdc, cosa significano Gil, Pal e Gal e quali differenze

L’ultimo intervento del governo per la riforma del Reddito di cittadinanza si chiama Gal, Garanzia per l’attivazione lavorativa e interessa i soggetti occupabili dai 18 ai 59 anni. La misura partirà dal 1° gennaio 2024 e andrà a beneficio dei soggetti che rischiano di rientrare nella fascia di povertà assoluta. Per ottenere l’indennità è necessario avere un Isee non eccedente i 6.000 euro all’anno. Chi richiede la Garanzia per l’attivazione lavorativa non deve rientrare nello stesso nucleo dove si beneficia già della Garanzia per l’inclusione (Gil), mentre sono ammesse fino a due persone per nucleo alla Gal (la seconda persona percepisce la metà dell’assegno, ovvero 175 euro). Gli ammessi all’indennità ricevono 350 euro mensili per un anno, senza poter rinnovare la richiesta. Saranno 426.000 le famiglie che faranno richiesta per una spesa complessiva di 2 miliardi di euro.