Lorenzo Fontana, presidente della Camera dei Deputati, sceglie un’intervista giornalistica per affermare il suo pensiero sul ruolo del 25 aprile, festa della Liberazione:

Il 25 Aprile è patrimonio nazionale, patrimonio e festa di tutti. Ritengo che sia un errore non identificarsi in questa ricorrenza, l’antifascismo è un valore

Parole di grande distacco rispetto alle dichiarazioni del suo collega al Senato, Ignazio La Russa, che rischiano di creare una profonda spaccatura comunicativa tra la Lega, espressione di Fontana, e Fratelli d’Italia.

Nella sua “confessione”, Fontana racconta di aver sbagliato a credere in passato che la Liberazione fosse la festa di una precisa “ala”:

Alla Resistenza hanno partecipato non soltanto comunisti e socialisti, ma anche liberali, monarchici e, da cattolico, voglio ricordare anche l’impegno di tanti cattolici

A suo giudizio, questo senso di appartenenza della lotta antifascista ad alcune correnti “indebolisce il Paese nel suo complesso, mentre dovrebbe essere interpretato come “una visione comune e una memoria condivisa”.

25 aprile, dopo Fontana anche la Lega e FI confermano visite istituzionali

Le parole di Fontana sul 25 aprile arrivano a poche ore di distanza dalle dichiarazioni di altri due esponenti della Lega: il governatore del Veneto Luca Zaia e il leader Matteo Salvini:

Per la liberazione dal nazifascismo non hanno combattuto soltanto coloro che erano in armi, ma ha coinvolto donne, bambini, civili. E vanno ricordati gli ebrei sterminati e anche i non italiani che hanno partecipato.

Il ministro delle Infrastrutture è stato più schivo, facendo intendere che sarà operativo e che presenzierà alla ricorrenza a Milano. Decisamente più conciso il suo pensiero sull’affaire La Russa:

Io so quello che faccio io. Starò un po’ in famiglia e lavorerò come lavorerò il Primo maggio e come lavoriamo ovunque siamo, perché gli italiani ci pagano per farlo

Martedì il presidente Mattarella è atteso a Cuneo e a Boves, dove avvenne un brutale eccidio da parte delle truppe filonaziste. Il coordinatore di Forza Italia e vicepremier Antonio Tajani sarà invece alle Fosse Ardeatine, altro luogo simbolo della Resistenza nella capitale.

Presentate due mozioni “storiche”

Nel frattempo qualche giorno fa sono state presentate due mozioni, una dalla maggioranza e l’altra dall’opposizione, per “confermare” le date clou della storia d’Italia.

Entrambe elencano il 25 aprile, il 1° maggio e il 2 giugno.

La mozione del centrodestra aggiunge anche il 27 gennaio (Giornata della Memoria), il 10 febbraio (Foibe), il 17 marzo (proclamazione del Regno d’Italia), il 18 aprile (riconoscimento della Nazione all’estero), il 4 novembre (Festa dell’unità d’Italia e delle Forze armate) e il 9 novembre (caduta muro di Berlino).

La mozione del centrosinistra, che poggia le sue basi sul discorso della senatrice Liliana Segre nell’ottobre 2022 (anche se lei si è dichiarata estranea all’iniziativa), si focalizza sull’impegno collettivo e civile:

Le date storiche rappresentano un monito e un insegnamento non solo per i giovani, ma per tutti i cittadini. Per questo è necessario che le Istituzioni in primis si adoperino per la trasmissione della conoscenza della Storia, frutto del rigore della ricostruzione storica unitaria e condivisa