Chi è Giorgia Castriota e perché se ne sta parlando? Calabrese di origine, Castriota era da anni in servizio come giudice al tribunale di Latina e lo scorso 20 aprile è stata arrestata per corruzione nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla procura di Perugia. Non è la prima volta che succede, nella città pontina.
Chi è Giorgia Castriota, la giudice arrestata per corruzione
45 anni, calabrese di origine, Giorgia Castriota ha mosso i suoi primi passi in ambito professionale a Cosenza, sua città natale, facendo pratica in uno studio legale. Dopo aver vinto il concorso in magistratura, superando l’apposito tirocinio, nel 2012, ha avviato la sua carriera a Reggio Calabria, assumendo la funzione di giudice per le indagini preliminari anche in casi particolarmente delicati, legati alla criminalità organizzata. Poi, nel 2016, si è trasferita nel Lazio, acquisendo lo stesso ruolo presso il Tribunale civile di Latina. Un percorso brillante, il suo, costellato di successi, poi interrotto da alcune indagini coordinate dalla procura di Perugia, che ne hanno portato all’arresto.
Castriota è accusata di corruzione, atti contrari ai doveri d’ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità. In pratica, secondo l’accusa, avrebbe favorito suoi “amici” nell’ambito dell’amministrazione giudiziaria dei beni sequestrati in cambio di alcuni vantaggi materiali. Ad incastrarla sarebbero state, in particolare, alcune intercettazioni telefoniche e ambientali, che avrebbero messo in luce una serie di benefit concessi alla giudice in cambio di favori: non solo denaro, ma anche viaggi, gioielli, abbonamenti allo stadio e altro. Il tutto grazie all’aiuto di due collaboratori, Silvano Ferraro e Stefania Vitto, entrambi tratti in arresto.
Una notizia che ha colpito la comunità locale, da cui Castriota veniva descritta come una professionista dedita al lavoro e promotrice della legalità. Negli ultimi anni, infatti, aveva firmato alcune ordinanze di custodia cautelare scaturite nell’ambito di alcune indagini su corruzione e abuso d’ufficio nella pubblica amministrazione del territorio. Un elemento che rende ancor più grave le accuse mosse ora contro di lei dal procuratore Raffaele Cantone. Quest’ultimo, come si legge nell’ordinanza che ne dispone il fermo, la ritiene
una donna che ha bisogno di soldi, non perché il suo stipendio sia basso, ma perché si ostina a vivere al di sopra delle sue possibilità economiche.
Questo, secondo lui, il motivo che l’avrebbe spinta ad agire contro gli ideali della sua professione.
Il precedente a Latina
Non è la prima volta che la città di Latina viene coinvolta in un caso simile. Prima di Giorgia Castriota, anche un altro giudice era stato travolto da un’inchiesta sul sistema corruttivo legato all’assegnazione dei fallimenti a professionisti amici in cambio di denaro e costosi regali. Antonio Lollo, questo il suo nome, è stato tratto in arresto nel 2015 e finirà di scontare la pena – per cui ha patteggiato – la prossima estate. Insieme a lui erano state fermate altre sei persone, accusate, a vario titolo, di corruzione in atti giudiziari, concussione, induzione indebita a dare o promettere denaro o altra utilità, turbativa d’asta, falso e rivelazione di segreto.
Il meccanismo che utilizzavano era molto simile a quello della giudice: nel tempo, avrebbero assicurato l’assegnazione di incarichi in cambio di vantaggi economici – quantificati in un milione di euro -, influenzando il corretto svolgimento delle aste e manomettendo il sistema informatico della Procura per eludere le indagini. Indagini che alla fine, comunque, hanno permesso di dimostrarne la colpevolezza. Di recente i giudici hanno negato a Lollo l’affidamento ai servizi sociali – chiesto dalla difesa per garantirne la risocializzazione -, disponendo che debba arrivare alla conclusione della pena ai domiciliari. Si è evidenziata, infatti, nell’imputato, l'”assenza si segnali convincenti di revisione critica del passato”, nonostante la confessione, volta ad ottenere uno sconto di pena.