Cosa cambia nel 2023 per le pensioni? La pensione anticipata ordinaria viene garantita fino al 2026, se presenti requisiti. Dopo il 2026, i requisiti per la pensione anticipata potrebbero subire delle serie variazioni.
Per quanto riguarda il discorso della pensione anticipata, occorre considerare che si tratta di una misura voluta dalla Fornero. All’epoca della riforma delle pensioni Monti – Fornero furono istituite nuove misure per serrare l’accesso alla pensione di anzianità. Più semplicemente l’intento è stato quello di frenare l’erogazione dei trattamenti previdenziali.
Con il risultato evidente che ad oggi, l’accesso alla pensione anticipata è vincolato dalla presenza indissolubile di specifici requisti, contributi e condizioni. Diversamente, esistono delle norme per aggirare tali regole, ma si tratta sempre di poche deroghe ed eccezioni, peraltro non accessibili a tutti.
Oltretutto, considerando un massimale storico di anticipo viene rilevato un andamento in rialzo dei requisiti per la pensione. La variazione del trattamento legata all’aspettativa di vita, non ha giovato al pensionamento. A ciò si aggiunge almeno una buona notizia: i requisiti di oggi resteranno inalterati fino al 2026.
Pensione anticipata da oggi al 2026: quali requisiti?
Ritrovarsi fuori dal sistema previdenziale troppo giovani per la pensione e vecchi per l’inserimento nel mondo del lavoro. Una situazione che coinvolge tante persone. Per questo, è importante sapere le dinamiche che si insinuano nel circuito previdenziale.
Fortunatamente la pensione anticipata non subirà l’adeguamento all’aspettativa di vita della popolazione da oggi fino al 2026.
Purtroppo, però, nonostante non si registrino variazioni in salita sull’indice medio di vita della popolazione italiana, la norma prevede l’avvio del circuito di salvaguardia dei conti pubblici. Un sistema che non lascia scivolare all’indietro la lancetta dei requisiti necessari per l’accesso alla pensione ordinaria, anche se la variazione dell’indice ISTAT rileva in chiaro la curva in discesa.
Nonostante, da tempo sono stabili i requisiti per la pensione anticipata ordinaria, esistono dei cavilli che potrebbero minare il rilascio del trattamento.
La regola ordinaria per l’accesso alla pensione anticipata ordinaria porta a questi requisiti:
- per le donne la presenza indissolubile di 41 anni e 10 mesi di versamenti contributivi;
- per gli uomini dalla carriera lavorativa deve emergere un’anzianità contributiva di almeno 42 anni e 10 mesi;
- per entrambi – finestra mobile di 3 mesi.
Chi può andare in pensione nel 2026?
La pensione anticipata ordinaria non prevede un limite anagrafico, ma ha un problema. Si, perché, se di base il lavoratore o lavoratrice deve rientrare nei requisiti sopra citati per poter accedere alla formula previdenziale, deve anche aver maturato un numero ben definito di requisiti effettivi.
Insomma, nonostante non si matura un’anzianità di 41 o 42 anni e 10 mesi di versamenti contributivi, non è detto che l’INPS rilasci la pensione.
L’Ente nazionale della previdenza sociale verifica la presenza di almeno 35 anni di contributi effettivi prodotti dal ciclo lavorativo.
E allora, questa condizione affetta la possibilità di pensionamento. Non un dilemma, ma una condizione che porta ad escludere la presenza di contributi figurativi prodotti da periodi di malattia o disoccupazione nel quadro dei contributi richiesti per perfezionare la pensione di anticipata ordinaria.
Attenzione, però, la stessa contribuzione non ritenuta valida per i contributi effettivi, viene considerata ai fini del rilascio della prestazione. In quanto, di base viene considerata ai fini del calcolo dell’assegno pensione.
In altre parole, la norma per la pensione anticipata ordinario prevede 41 e 42 anni e 10 mesi di versamenti, di cui 35 anni di contributi effettivi, ma senza la presenza di una contribuzione figurativa riconducibile a malattia a disoccupazione.
Quando si può andare in pensione anticipata?
Secondo quanto previsto nell’articolo 15 del DL 4/2019 restano sospesi gli adeguamenti all’aspettativa di vita della popolazione per il periodo compreso dal 1° gennaio 2019 al 31 dicembre 2026. Nello specifico, si riportano integralmente i requisiti per il trattamento previdenziale, quali:
“A decorrere dal 1° gennaio 2019 e con riferimento ai soggetti la cui pensione è liquidata a carico dell’AGO e delle forme sostitutive ed esclusive della
medesima, nonché della gestione separata, l’accesso alla pensione anticipata è consentito se risulta maturata un’anzianità’ contributiva di 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Il trattamento pensionistico decorre trascorsi tre mesi dalla data di maturazione dei predetti requisii”.
Pertanto il requisito contributivo resta invariato a decorrere dal 1° gennaio 2019 al 31 dicembre 2026, così come recita il suddetto articolo:
“Al requisito contributivo non trovano applicazione, dal 1° gennaio 2019 e fino al 31 dicembre 2026, gli adeguamenti alla speranza di vita”.
Una norma spiegata dall‘INPS nella circolare n. 11/2019.