A Romelu Lukaku è stata revocata la squalifica in Coppa Italia per la gara di ritorno della semifinale fra Inter e Juventus. L’attaccante belga era stato ritenuto meritevole di secondo cartellino giallo dall’arbitro Massa dopo l’esultanza per il gol del pareggio portando quindi all’espulsione. Nei giorni seguenti l’episodio è stato molto dibattuto facendo presente che il gesto del nerazzurro non era volto a schernire gli avversari ma semplicemente a festeggiare la rete mandando un messaggio contro il razzismo. Tanti personaggi si sono esposti a favore di Lukaku fino alla notizia di oggi che vede la FIGC nella persona del Presidente Gabriele Gravina aver disposto la grazia per la punta nerazzurra andando quindi a togliere il turno di squalifica.
Lukaku revocata la squalifica
Immediato il commento di Romelu Lukaku che ha espresso soddisfazione per la decisione presa da Gabriele Gravina: “Sono davvero felice per questa decisione del presidente della Figc, che ha dimostrato una grande sensibilità. Credo che grazie al suo intervento sia stata fatta giustizia e sia stato dato una grande segnale a tutto il mondo dello sport e non solo. È stato dimostrato che c’è la volontà di combattere il razzismo“.
L’appello più forte a favore di Lukaku era arrivato da Michael Yormark, presidente della Roc Nation, l’agenzia di marketing sportivo americana che cura gli interessi e l’immagine dell’attaccante i proprietà del Chelsea, attraverso una storia su Instagram: “E’ preoccupante sentire che la corte d’appello nazionale della FIGC ha scelto di confermare la squalifica di Romelu Lukaku. Tutto ciò dimostra che è necessario fare di più da parte di tutti gli organi calcistici per proteggere i giocatori in campo. Questo alimenta ulteriormente la nostra voglia di cambiamento. Roc Nation non rinuncerà a questa battaglia. Continueremo a sfidare le autorità su tutti i fronti. Adesso basta“.
Cosa è la grazia?
L’istituto della grazia nella giustizia sportiva è utilizzato molto poco e in ben specifiche situazioni dal Presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Una delle ultime volte risale all’1 giugno 2021 quando Gabriele Gravina riabilitò Giuseppe Signori che era stato radiato dopo un estenuante e lungo processo da cui uscì totalmente innocente dalle accuse di calcioscommesse. Per spiegare meglio come è regolata la ‘grazia’ nello statuto federale facciamo riferimento alle parole del Dott. Mario Piroli:
La grazia — nel diritto penale — è un provvedimento di clemenza ad personam di esclusiva prerogativa del Presidente della Repubblica. L’istituto, così come previsto dall’art. 174 del c.p. “condona, in tutto o in parte, la pena inflitta, o la commuta in un’altra specie di pena stabilita dalla legge. Non estingue le pene accessorie, salvo che il decreto disponga diversamente, e neppure gli altri effetti penali della condanna”. La grazia presuppone, inoltre, l’esistenza di una sentenza irrevocabile di condanna e può essere sottoposta a specifiche condizioni, quali ad esempio il risarcimento dei danni entro un certo periodo temporale.
L’istituto de quo — così come anche l’amnistia e l’indulto — è presente nell’ordinamento sportivo con la medesima ratio prevista dall’art. 174 c.p. e trova la sua specifica disciplina (con riferimento al gioco del calcio) nell’art. 33, comma 8 dello Statuto FIGC. L’art. appena citato, rubricato “Ordinamento della giustizia sportiva”, nel comma 8, prevede che il Presidente federale, dopo aver ricevuto richiesta dall’interessato, sia di sua iniziativa che su proposta del Consiglio federale può concedere la grazia al verificarsi di determinate condizioni:
— Il beneficiario deve aver scontato almeno la metà della pena, ad eccezione delle ipotesi in cui la sanzione sia stata irrogata per violazione delle norme antidoping;
— Nel caso in cui la sanzione consistesse in una radiazione, la grazia non può essere concessa se non siano decorsi almeno cinque anni dall’adozione della sanzione definitiva.
L’art. conclude poi evidenziando come il Consiglio federale, anche su proposta del Presidente federale e previo parere favorevole della Corte federale d’appello, può concedere amnistia e indulto.