Mutui, ecco quale conviene tra tasso fisso e variabile, a giudicare dagli andamenti degli indici in questi ultimi mesi. L’ultimo incremento dei tassi di interesse della Banca centrale europea di 50 punti base del 16 marzo scorso ha segnato un aumento delle rate mensili a carico degli acquirenti rispetto ad aprile dell’anno scorso anche del 50 per cento. Ma gli aumenti del tasso variabile sono stati più marcati dei mutui a tasso fisso. In più, sono attesi altri due aumenti del tasso di interesse della Banca centrale europea per maggio e giugno prossimi. Saranno più contenuti ma faranno continuare ad aumentare le rate dei mutui.
Mutui quale conviene tra rata a tasso fisso o variabile dopo gli aumenti della Bce?
Mutui a tasso fisso ancora più convenienti del variabile nonostante le dinamiche degli indici dettate dagli incrementi della Banca centrale europea. Dopo l’aumento di 50 punti base di metà marzo 2023, la Bce interverrà ancora in ottica anti-inflazione a maggio e a giugno prossimi. Gli aumenti del tasso di interesse saranno due, più contenuti dei precedenti interventi, ma totalizzeranno lo stesso incremento di marzo scorso. In tutto, chi ha intenzione di comprare casa dovrà mettere in conto un incremento di mezzo punto percentuale. Secondo quanto risulta a Mutuionline, l’incremento di marzo 2023 ha avuto l’effetto di rendere il tasso fisso più vantaggioso del tasso variabile. Di recente, questa convenienza era successa solo nel settembre 2019. Tuttavia, con gli incrementi previsti nei prossimi due mesi, il costo delle rate si farà ancora più salato per tutti.
Mutui quale conviene tra fisso e variabile: ecco quanto si paga per una rata mensile
I dati sugli aumenti dei tassi di interesse e, soprattutto, delle rate da pagare sui mutui sono impietosi se confrontati a quelli di 12 mesi fa, ovvero di aprile 2022. Il portale di comparazione dei mutui ha preso in esame quanto costi un prestito per l’acquisto di una casa applicando il tasso variabile, con indicizzazione Euribor a tre mesi. Considerando un giovane di 35 anni della città di Milano con un mutuo di 160.000 euro, scadenza ventennale e rapporto tra mutuo richiesto e il valore della casa a garanzia pari all’80%, la rata mensile è fissata a 895 euro. L’importo segna un aumento del costo mensile del 28,4 per cento rispetto alla rata che il compratore avrebbe pagato un anno fa. Conti alla mano, ad aprile 2022 – alle stesse condizioni di richiesta – il costo della rata mensile sarebbe stato di 697 euro.
In arrivo due aumenti della Bce sui tassi di interesse a maggio e giugno 2023
L’aumento del mutuo a tasso variabile segna dunque un andamento al rialzo incrementatosi soprattutto con i recenti interventi della Banca centrale europea. Con i due innalzamenti dei tassi di interesse previsti per maggio e giugno 2023, la rata del compratore del nostro caso aumenterà a 936 euro. La maggiore spesa mensile rispetto ad aprile 2022 è pari al 34,3 per cento, mentre l’ulteriore incremento di altri 50 punti base tra maggio e giugno aggiungono altri 41 euro rispetto alla rata pagata in questo mese. Ancora più evidenti sono gli aumenti sulle rate dei mutui se le durate sono maggiori. Nel caso in esame del compratore della casa, se il mutuo fosse stato a 30 anni e a tasso variabile, la rata sarebbe aumentata di più. La migliore offerta odierna di mutui a tasso variabile ha una rata mensile di 701 euro su un prestito di 160.000 euro.
Mutui a tasso fisso o variabile 2023, quale conviene di più?
Dodici mesi fa e sullo stesso importo di mutuo, si pagava una rata di 475 euro. L’aumento in un anno sul prestito trentennale è stato pertanto di circa il 50 per cento, soglia che verrà abbattuta con i due aumenti del tasso di interesse di maggio e giugno 2023. Infatti, a partire dalla fine del secondo trimestre dell’anno, il compratore dovrà pagare una rata di 746 euro, 45 euro in più al mese rispetto ad oggi. E, se il dato venisse confrontato con aprile 2022, l’incremento sarebbe del 57 per cento. Paragonando il tasso variabile al fisso, con quest’ultimo il compratore avrebbe pagato una rata di 674 euro, a conferma che il fisso è attualmente più conveniente del variabile.