Cade dalla bici e muore in ospedale dopo 40 giorni dal ricovero: è la triste storia di Brunella Pollon, la 70enne originaria di Fossalta di Piave scomparsa il 14 aprile scorso. Sul suo caso è stata ora aperta un’inchiesta. L’ipotesi è che sia morta a causa di un’embolia polmonare per non aver ricevuto le cure necessarie mentre era ricoverata e in seguito alle sue dimissioni. Un caso simile a quello che ha coinvolto Barbara Pierangioli, morta di setticemia dopo un parto cesareo a Milazzo.
Cade dalla bici e muore in ospedale dopo 40 giorni: aperta un’inchiesta sul caso di Brunella Pollon
Prima una banale caduta in bici, poi la morte in ospedale. Così Brunella Pollon, all’età di 70 anni, sarebbe scomparsa lo scorso 14 aprile a Fossalta di Piave, in provincia di Venezia. La causa? Un’embolia polmonare. La donna era stata ricoverata all’ospedale di San Donà dopo essersi fratturata l’omero di un braccio in seguito ad un incidente avuto mentre andava in bicicletta; per giorni era rimasta nel reparto di Ortopedia, subendo anche un intervento di osteosintesi per ridurre il danno, con applicazione di placca e viti. Poi, a fine marzo, una volta tornata presso la sua abitazione, aveva iniziato ad accusare una serie di disturbi, tra cui mancanza di appetito, difficoltà respiratorie e momenti di confusione.
Per questo i suoi familiari avevano chiesto al suo medico di famiglia di poterla visitare in casa. Tutti i suoi parametri, alla fine, sembravano essere nella norma. Qualcosa, però, non andava. E la sera del 13 aprile, dopo che i suoi problemi di respirazione si erano fatti sempre più acuti, la 70enne aveva improvvisamente perso i sensi ed era stata trasportata in ambulanza in ospedale. Lì, una volta arrivata, era morta. L’ipotesi è che, nel corso del primo ricovero, non abbia ricevuto le cure adeguate al caso. Dopo l’operazione, infatti, avrebbe dovuto assumere, come da prassi, dei farmaci anticoagulanti, che invece non le erano stati prescritti.
Ecco perché, dopo la presentazione di un esposto da parte dei familiari, il pm di Venezia avrebbe ora deciso di aprire un fascicolo di inchiesta, con l’ipotesi di reato di omicidio colposo in ambito sanitario. L’obiettivo è fare luce sulla morte della donna. Fondamentale in questo senso sarà anche l’esito dell’esame autoptico già disposto dalle autorità sulla salma, che dovrebbe essere effettuato nei prossimi giorni. A riportarlo è il Gazzettino.
A Milazzo si indaga sulla morte per setticemia di Elisa Pierangioli dopo il parto
La Procura di Barcellona Pozzo di Gotto indaga, invece, sulla morte di Elisa Pierangioli, la 40enne deceduta in seguito ad una setticemia dopo il parto cesareo. L’obiettivo, anche nel suo caso, è quello di chiarire le dinamiche di quanto successo in ospedale. La donna vi era stata ricoverata d’urgenza il 31 marzo dopo essere stata visitata presso il pronto soccorso di un’altra struttura. Era arrivata lamentando delle forti fitte al ventre. Quattro giorni prima aveva dato alla luce una bambina all’ospedale Buccheri La Ferla di Palermo, da cui era stata dimessa due giorni dopo il parto. Stando a quanto emerso finora, potrebbe aver contratto un’infezione batterica mentre era in sala operatoria, insieme alla neonata.
Mentre quest’ultima si era ripresa, lei sarebbe invece peggiorata di giorno in giorno, fino al nuovo ricovero. Nonostante il tentativo dei medici di salvarla, la donna, alla fine, non ce l’ha fatta, morendo di shock settico, una condizione causata da una grave infezione con sepsi. Dopo la segnalazione dei familiari, sulla sua morte è stata aperta un’inchiesta. La notizia della sua scomparsa ha lasciato sgomenta la comunità locale, da cui la donna era nota e stimata.