Violenza su una minore in un centro accoglienza di Crotone: questo il motivo per cui un migrante è stato arrestato dalla polizia del posto. L’uomo, un 38enne di origini camerunensi, era ospite al Cara di Isola di Capo Rizzuto, in Calabria. Su di lui pende l’accusa di violenza sessuale aggravata ai danni di una bambina di 9 anni.
La piccola, anch’ella ospite del centro con la sua famiglia, ha raccontato gli abusi subìti alla sua mamma. Le indagini sono nate dopo la denuncia di quest’ultima. L’orco avrebbe approfittato della bambina in un momento in cui erano rimasti soli. L’arresto è scattato dopo l’emissione di una ordinanza di custodia cautelare da parte del gip, su indicazione della procura crotonese. E così, la Squadra Mobile della Questura di Crotone è intervenuta per arrestare il 38enne. Questi si trova ora detenuto presso il carcere di Crotone, a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Abusi su minore al centro accoglienza di Crotone, Ferro (FdI): “Violenza raccapricciante, dal governo sostegno alla piccola”
Wanda Ferro, sottosegretaria al ministero dell’Interno, ha parlato di una violenza “raccapricciante, bestiale”. L’ex presidente della provincia di Catanzaro, deputato per Fratelli d’Italia dal 2018, ha promesso solidarietà alla famiglia della vittima.
Il governo farà tutto il possibile per dare sostegno alla piccola e alla sua mamma, il cui sogno di una vita migliore in Europa si è trasformata nel peggiore degli incubi. Ringrazio la Squadra Mobile della Questura di Crotone e i magistrati della Procura – aggiunge – che sono riusciti in poco tempo ad individuare ed arrestare il responsabile.
Ferro sottolinea come il 38enne del Camerun fosse un richiedente protezione internazionale.
È evidente che un modello di accoglienza che apre le porte a migliaia di persone che arrivano sulle nostre coste in maniera illegale non può garantire dignità né sicurezza innanzitutto ai migranti, in particolare a quelli più fragili.
Per questo, la deputata di FdI ha le idee chiare per favorire una corretta inclusione all’insegna della legalità.
Rafforzare strutture e strumenti per identificare chi arriva e accelerare i rimpatri di chi non ha titolo per restare legalmente in Italia è l’unico modo per garantire protezione a chi ne ha diritto attraverso canali sicuri e favorire l’immigrazione legale, l’unica che consente di costruire una reale integrazione attraverso la dignità del lavoro. La solidarietà non può essere uno slogan che si ferma davanti ai cancelli dei Cara.
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