Si nascondeva in una cantina, il presunto killer del ragazzo ucciso a pugni e calci a Vigevano lo scorso giovedì sera. Il 35enne, ora fermato dalle autorità, sarebbe il fratello della fidanzata della vittima. Non è chiaro, al momento, cosa possa averlo spinto all’estremo gesto: l’ipotesi è che il pestaggio possa essere avvenuto al culmine di una lite scoppiata tra i due in ambito famigliare. Mentre si cerca di fare luce sulla vicenda – fondamentale sarà l’interrogatorio disposto nei confronti dell’imputato -, è arrivato intanto ad una svolta il caso di femminicidio verificatosi mercoledì scorso sempre in provincia di Pavia, a Scaldasole. A morire, dopo essere stata ferita con un’arma da taglio, era stata la 38enne di origini albanesi Anila Ruci. Per la sua morte è stato ora tratto in arresto Osman Bilyhu, il 30enne che viveva con lei.

Ragazzo ucciso a pugni e calci a Vigevano: fermato il cognato di 35 anni

È morto, nonostante i tentativi dei sanitari del 118 di soccorrerlo, a causa delle gravi ferite riportate dopo essere stato pestato con calci e pugni dal cognato di 35 anni. È la terribile storia che ha coinvolto un 28enne di Vigevano, in provincia di Pavia, forse preso di mira al culmine di una lite scoppiata con il fratello della fidanzata. L’uomo, ora fermato dalle autorità, subito dopo i fatti si era dato alla fuga e, stando alle ultime informazioni, per sfuggire all’arresto si sarebbe nascosto in una cantina. Non è chiaro, al momento, perché possa aver compiuto l’estremo gesto. Saranno le indagini a cercare di ricostruirlo, insieme agli interrogatori disposti a suo carico, durante i quali potrà fornire la propria versione dei fatti.

Fondamentale, in questo senso, sarà anche la testimonianza della fidanzata della vittima, sorella dell’aggressore: davanti agli inquirenti la giovane potrà spiegare se tra i due ci fossero delle divergenze. O se, già in passato, ci siano stati altri episodi di violenza. Intanto sul corpo del 28enne è stata disposta l’autopsia, che servirà a svelare ulteriori dettagli sull’aggressione, verificatasi lo scorso giovedì sera in via Piave, nel centro cittadino. Una vicenda brutale, che ha lasciato sgomenta la comunità locale, che ha già dovuto fare i conti, negli ultimi mesi, con altri pestaggi. Come quello del ragazzo con problemi psichici, preso di mira da alcuni bulli, la cui aggressione aveva fatto il giro del web in un filmato.

Risolto il caso di femminicidio di Scaldasole

Sempre in provincia di Pavia, a Scaldasole, è arrivato ad una svolta anche il caso di femminicidio risalente allo scorso mercoledì. Dell’omicidio, che aveva riguardato la 38enne di origini albanesi Anila Ruci, badante di professione, è stato incolpato da poche ore Osman Bilyhu. Il 30enne, che viveva insieme alla vittima, il giorno del delitto era stato trovato ferito, fuori dall’abitazione, a pochi passi dal corpo della donna. A due giorni dall’accaduto è stato tratto in arresto al Policlino San Matteo, dov’è tuttora ricoverato e piantonato. Chi li conosceva racconta che la vittima lo presentava come se fosse suo fratello, anche se tra loro non c’erano legami di parentela.

Perché abbia deciso di strappare alla vita la donna, non è noto. Era stato lui, la sera dell’aggressione, a chiamare i soccorsi, denunciando di essere stato ferito da due sconosciuti, gli stessi che avevano ucciso Anila. Una versione, la sua, che non ha mai convinto le autorità, spingendole ad indagare. L’imputato potrà ora raccontare la sua versione dei fatti, confermando i sospetti degli investigatori: già nei prossimi giorni, infatti, dovrebbe essere ascoltato. Oltre alla sua testimonianza, sarà importante anche quella dei conoscenti della vittima. Si attendono, inoltre, gli esiti delle prime analisi effettuate dai carabinieri dell’Arma, coordinati dalla pm Diletta Balduzzi. Secondo le prime informazioni, la donna sarebbe stata uccisa a coltellate.