Dopo la conferma di Giorgia Meloni, anche Guido Crosetto è tornato a parlare del Pnrr in un’intervista rilasciata quest’oggi. Il ministro della Difesa ha sposato le parole della Premier pur sottolineando le complessità di gestire fondi così ingenti come quelli proposti dal piano. Il timore del ministro Crosetto è quello di non riuscire a spendere i fondi presi attraverso il Pnrr portando l’Italia in una fase già critica ad appesantirsi di un ulteriore debito economico.

Ecco le sue parole:

L’Italia può fare tutto tranne che perdere i soldi. Faccio un esempio: prendiamo 100 milioni di euro per un’opera, entro la scadenza ne spendiamo solo 98. Significa che dobbiamo restituirne 98 milioni e ci teniamo l’opera non finita che dovremo pagare con il nostro bilancio. Il problema non è solo burocratico, di progettazione. La vera domanda è l’Italia ha la possibilità di scaricare a terra 200 miliardi in tre anni?

Da qui un approfondimento in merito alla necessità di trovare prima in Italia le aziende capaci di gestire le grandi opere. Un esempio pratico portato sul tavolo da Crosetto è quello sulle gallerie:

Se io progetto di fare, ad esempio, 100 chilometri di gallerie e non ho le talpe per scavare, è inutile che faccio l’appalto. Perché le aziende che producono le talpe che scavano le gallerie sono 3 al mondo. Una è tedesca e due sono cinesi, e hanno prenotazioni per i prossimi 5 o 6 anni. Quando il Pnrr sarà già terminato. La discussione in Europa è su questa tagliola. La risposta del governo deve essere pragmatica, reale, valutata nei tempi.

Intervista a Crosetto, dal Pnrr ai migranti

Nel corso della stessa intervista, il ministro Crosetto è passato anche ad analizzare gli altri temi delicati che stanno riguardando il nostro Paese nelle ultime settimane. In primis, vi è la gestione dei migranti che dopo la terribile tragedia di Cutro è diventata sempre più centrale nel dibattito politico; su questo punto, Crosetto ha dichiarato:

l tema non sono i 200-300 immigrati al giorno. Il tema è che se tu non cambi la situazione in Africa, fra vent’anni ci saranno 1,5 miliardi di disperati che guarderanno verso noi perché non avranno di che sfamarsi. O li fermi adesso facendoli crescere, o fra vent’anni 1,5 miliardi non li fermi mettendo tutte le marine, gli eserciti e le aeronautiche d’Europa. Quello che adesso è un problema, fra vent’anni invece può essere la vera arma in più dell’Europa per l’indipendenza totale dall’Asia per materie prime, acqua, produzioni agricole.

Infine, un parere anche sulla guerra tra Russia e Ucraina a proposito della quale il ministro della Difesa ha voluto sottolineare la crudeltà di Putin e di Mosca, soprattutto in relazione con un Occidente che dal suo punto di vista è completamente all’opposto nella visione:

Per la Russia i morti e il tempo non hanno valore. Putin vive in una condizione per cui i morti, 100 mila o 300 mila, e il tempo, 1 anno o 3, non sono un problema. Per l’Occidente il tempo, i morti e le opinioni pubbliche sono un fattore rilevante. Si scontrano due mondi completamente diversi.