Continuano gli scontri in Sudan, con l’esercito che ha deciso di accettare una tregua corta. Nella zona settentrionale di Khartoum, la capitale del Sudan, i colpi di artiglieria continuano a sentirsi con regolarità. Nel frattempo invece, è stato dato “l’ok” per una tregua dalle stesse Forze Armate. Sull’accaduto ha parlato anche Hiba Morgan, corrispondente di Al Jazeera che ha così spiegato il momento nella regione africana:
I residenti ci dicono che sono in atto intensi combattimenti e scontri diretti tra l’esercito e i paramilitari delle Forze di supporto rapido (Rsf) nella parte settentrionale della capitale.
Quanto alla tregua, sono stati proprio i militari del Sudan ad accettarla con l’obiettivo di far celebrare ai cittadini con “serenità” l’Eid El Fitr, che segnala la fine del Ramadan e allo stesso tempo facilitare i servizi umanitari. Si è arrivati all’accordo grazie anche all’annuncio lanciato dalle forze militari di supporto rapido che avevano chiesto 72 ore di stop. A partire da ieri sera poi, sono state tante le segnalazioni di un “cessate il fuoco” che ha resistito nel corso della nottata fino all’annuncio dello stop “ufficiale” proclamato dalle Forze Armate sulla loro pagina Facebook. Questa la nota:
I militari si aspettano che i ribelli rispettino tutti i requisiti della tregua e che interrompano qualsiasi movimento militare che la comprometta”, si legge sul social. La Rsf, che aveva annunciato una tregua in mattinata, non ha commentato l’annuncio dell’esercito.
Usa, soddisfatti alla Casa Bianca
Alla Casa Bianca, a partire dal segretario americano, Antony Blinken, si dicono soddisfatti per la tregua in Sudan. Attraverso un comunicato, il braccio destro di Joe Biden ha esortato le parti a sfruttare la pausa per iniziare una trattativa serie e portare a un cessate il fuoco definitivo. Queste le sue parole: “La comunità internazionale resta pronta a sostenere un processo che metta fine agli scontri e avvii un governo civile.”
Nel frattempo, anche dall’Unione Europea hanno comunicato le proprie intenzioni relativamente alla gestione del conflitto in Sudan:
“Stiamo provando a coordinare un’operazione per evacuare inostri civili dalla città, la cui situazione è ora ad alto rischio. Stiamo lavorando a differenti opzioni per evacuare le persone”, ha detto un funzionario dell’Ue.
L’Europa ha intensificato i contatti per ottenere un cessate il fuoco in Sudan di 3 giorni e per poter evacuare via terra i suoi circa 1.500 cittadini coinvolti nei combattimenti a Khartoum. L’evacuazione non può essere effettuata attraverso l’aeroporto, che è chiuso, ma via terra e abbiamo bisogno di un cessate il fuoco di tre giorni per portare a termine un’operazione del genere. Al momento non ci sono le condizioni di sicurezza per prendere in considerazione un’operazione del genere, ma saremo pronti quando sarà il momento.