Usa armi da fuoco Covid. Boom di aggressioni a colpi di arma da fuoco negli Stati Uniti. Il problema è sempre esistito ma negli ultimi tempi sembra si sia assistito a una recrudescenza del fenomeno: quattro gli episodi solo negli ultimi giorni. Si tratta in gran parte di persone che sono state aggredite perché scambiate per qualcun’altro o perché si trovavano nel luogo sbagliato al momento sbagliato. L’ultimo caso quello di una bimba di sei anni, colpevole di aver lanciato il pallone nel vialetto del vicino. Ora uno studio rivela che durante la pandemia da COVID-19 l’acquisto di armi è decisamente peggiorato.
Usa e armi da fuoco durante il Covid: lo studio di The Trace
Usa armi da fuoco Covid. Tra il 2020 e 2022 negli Stati Uniti sono stati comprati 60 milioni di armamenti, in modo specifico di armi da fuoco. A dirlo è lo studio che è stato realizzato da “The Trace”, un’organizzazione non profit che studia la violenza legata agli armamenti. Analizzando i dati si vede come la vendita su base annua è a livello doppio rispetto a quello registrato agli inizi degli anni 2000 quindi 15 o 20 anni fa. È solo una possibile spiegazione per l’aumento delle sparatorie negli Stati Uniti, almeno secondo quanto sostiene l’organizzazione no profit. Già lo scorso dicembre un altro studio, questa volta condotto dalla North Eastern University aveva sottolineato il problema.
Durante la pandemia boom di acquisti della prima arma
I ricercatori avevano scoperto che durante la pandemia da COVID-19 c’era stato un incremento dell’acquisto della prima arma da parte degli adulti americani: si parla di 5 milioni di persone. Il dato preoccupante riguardava proprio il fatto che si trattasse della prima arma introdotta in casa: un trend che tra l’inizio del 2020 e aprile 2021 era cresciuto del 50%. Non solo ma la gran parte di queste persone non erano spesso formate correttamente per l’uso delle armi infatti il 50% di loro era donna il 50% restante erano persone di colore. Il volume totale riguardava 16,6 milioni di armi da fuoco.