Ponte sullo stretto: “Noi siamo conviti che a un ‘no’ a un’opera inutile, antieconomica e devastante, ci possono essere mille altri ‘si’ utili, economicamente validi, sostenibili che creino davvero sviluppo per il nostro territorio”, così Elio Conti Nibali, del comitato “Invece del Ponte – Cittadini per lo sviluppo sostenibile dell’area dello Stretto” intervenuto al Tg Plus di Cusano Italia Tv condotto da Aurora Vena.
Primo sì alla Camera al dl sul ponte sullo Stretto: le ragioni del NO
A Montecitorio l’atteso decreto sul ponte sullo Stretto passa con 182 si e 93 no, ma la strada verso la posa della prima pietra sembra comunque in salita. Tra le varie associazioni di cittadini nati per contrastare questo progetto c’è il comitato “Invece che il Ponte”.
“Siamo cittadini – spiega Conti Nibali – che non sono impegnati direttamente in attività politiche. L’opposizione non è centrodestra-centrosinistra. Per noi l’opposizione non è opposizione al governo. Siamo cittadini convinti che quest’opera, questo ambaradan che si vuole mettere su (perché probabilmente nessuno crede veramente che l’opera possa essere realizzata), è solo uno sperpero enorme di denaro. È una grande mangiatoia come ho sentito dire a un parlamentare. Siamo d’accordo che bisogna fare. Bisogna fare tantissime cose che da tantissimi anni non si fanno”.
Il Ponte sullo Stretto è un’opera che da sempre in discussione, uno dei vecchi cavalli di battaglia di Silvio Berlusconi e rilanciato ora dal Matteo Salvini.
“Non c’è nessun progetto approvato – dice Conti Nibali – perché il progetto esecutivo non c’è mai stato. 50 milioni dovranno essere messi per cercare di aggiornare questo progetto. Si parla di prima pietra ma questo ponte non ha neanche un progetto. Questo ponte a un’unica campata ha così tante difficoltà che ci sono dubbi sulla effettiva realizzabilità”.
Conti Nibali: “Venite nell’area dello stretto e vi accorgete di tutto quello che manca”
Per il centrodestra l’opera è una priorità e un volano straordinario per accorciare e modernizzare il Paese.
“Soltanto nel 2022, un anno fa, il ministero delle Infrastrutture, ha stanziato 510 milioni. In parte con fondi del Pnrr, in parte con il fondo coesione e sviluppo, in parte con risorse nazionali. 510 milioni che da soli consentono, se spesi su traghetto e portualità, di ridurre il tempo di traghettamento dei treni nello stretto dalle attuali due ore e cinque a un’ora e cinque. Nell’aprile 2021 c’è un documento del MIT, firmato tra gli altri dal presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici e dal rettore del Politecnico di Milano, quindi non da quattro ambientalisti al bar, tutti a favore dell’attraversamento su strada”, dicono dal comitato “Invece del Ponte”.
Nel passato alcune importanti opere pubbliche come il Mose di Venezia e l’Expo di Milano sono state fortemente contestate all’inizio ma poi si sono rivelate utili ed efficaci.
“Venite a Messina. Venite nell’area dello stretto e vi accorgete di tutto quello che manca. Manca tutto e non possiamo incominciare con una cosa inutile e che tra l’altro è in ritardo. Dicono che se non si farà il ponte non si possono fare altre cose. Non è così che funziona. Noi non siamo contro ma siamo per. Il problema è aspettare ogni tanto mezz’ora/quaranta minuti per traghettare i camion, quando la tangenziale autostradale di Catania per fare 14 chilometri nelle ore di punta si sta due ore e mezza perché non si riesce a raddoppiarla”, puntualizza Conti Nibali.