Reddito di gravidanza 2023, quando arriva? Passata la prudenza, scatta l’incoerenza. Il nuovo progetto del governo italiano, getta le basi sulla crescita della famiglia. Una concreta promozione di incentivi votati per “chi fa figli”. Una misura che dovrebbe arrivare dopo un susseguirsi di proposte alternative. Tuttavia, non sembrerebbe garantire un beneficio economico per tutte le famiglie.
Dopo aver promesso l’ingresso di nuovi benefici economici per la natalità, è arrivata la rapida risposta della Cgil con un’osservazione molto chiara. In breve, il sindacato ha rimarcanto l’inutilità di un progetto che non trova vantaggio per le famiglie con redditi bassi.
Reddito di gravidanza 2023
Dall’inizio dell’anno sono stati promossi diversi incentivi, aiuti e contributi, com’è arrivata la proposta di abolizione del Reddito di cittadinanza. Insomma, è emersa chiara e forte la volontà del Governo Meloni. In questo contesto, appare evidente che l’obbiettivo non è stato centrato. Infatti, le accuse del sindacato vertono sull’istituzione di una promessa illusoria, difficilmente realizzabile.
A dirlo è la Cgil che ha tenuto testa al governo italiano, opponendosi con forza al nasce di diversi incentivo in favore della natalità. Misure ritenute da subito del tutto “sconsiderate”. Ma, soprattutto, la proposta che fa più discutere è sicuramente il Reddito di gravidanza, che nasce con una detrazione per figli fino a un tetto massimo di 10.000 euro.
La maxi detassazione permetterebbe all’azzeramento delle imposte, quindi, verrebbero abolite le tasse sui redditi fino a 10.000 euro per i nuclei familiari con minori a carico.
La bassa natalità è la ragione che spingerebbe il governo nel voler adottare una detassazione totale per i figli, liberando le famiglie dall’onere fiscale.
E dinnanzi a queste proposte che la vicesegretaria generale della Cgil Gianna Fracassi, ha confermato una posizione contraria, in quanto si tratterebbe, visto i tempi, di misure premature, oltre a essere irrealizzabili per l’assenza delle condizioni di liquidità nelle casse dello Stato.
Bonus gravidanza, non è pronto ne oggi, ne domani
L’innesco di queste misure vengono viste come promesse illusorie a danno dei cittadini italiani. Per questo, la Cgil ha ufficializzato una nota chiarificatrice a mezzo comunicato stampa, nella quale elenca tutti i punti di disaccordo.
L’Alias Reddito di gravidanza dovrebbe permettere una detrazione fiscale fino a 10.000 euro per figlio a carico. Questa misura così come promessa prevede un costo presumibile di oltre 100 miliardi di euro.
Una previsione che porterebbe a individuare nel beneficio esclusivamente i figli minori a carico.
E i figli maggiorenni? Verrebbero visto come il fallimento di questa proposta colpevoli di far lievitare la spesa su stanziamenti insostenibili per il Paese.
Con franchezza, sottolinea la Cgil, che le misure cozzano con i provvedimenti confermati nel DEF, per cui è stato previsto un tetto di 4 miliardi di euro per sostenere le famiglie.
Ma i conti non tornano, ancora. Infatti, la misura così come pensata lascerebbe fuori le famiglie incapienti. D’altra parte, dovendo inserire il Reddito di gravidanza, peraltro, sotto forma di detrazioni IRPEF la misura cozzerebbe contro le famiglie con redditi medio bassi, così come spiegato da Investireoggi.it.
Reddito di gravidanza e falsa aspettativa
Non verrebbe centrato l’obbiettivo della misura. Basti pensare che su 40 milioni di famiglie potrebbero beneficiare dell’incentivo in forma parziale o nulla appena 35 milioni. La detrazione totale per le famiglie composte da almeno due figli spetterebbe appena al 5 per cento.
Ora, con questi numeri, non c’è dubbio che il Reddito di gravidanza non sarebbe di supporto per le famiglie.
E proprio per trovare degli spunti di interventi per la crescita della famiglia, sarebbe opportuno non creare false aspettative, continua Fracassi, ma generare una linea forte per rispondere con energia alla denatalità che affligge il Paese.
E proprio per rafforzare quest’ultimo punto, bisognerebbe investire nei servizi per l’infanzia, autosufficienza, sostegno all’istruzione e così via.