Caso Juventus, le parole di Abodi dopo la giornata di ieri – Il Ministro dello Sport Andrea Abodi è tornato oggi sul caso Juventus dopo la sentenza del Collegio di Garanzia del CONI. Come infatti già noto, la Juventus ha riavuto temporaneamente restituiti i 15 punti in classifica. 15 punti in più in classifica in attesa di un nuovo giudizio, ma la situazione processuale della Juventus sul caso plusvalenze rimane sospesa. Dunque non è ancora da considerarsi definitiva. Il Collegio di Garanzia dello Sport ha rinviato alla Corte d’Appello Federale la decisione sulla penalizzazione del club bianconero. Si dovrà dunque tenere un nuovo processo, probabilmente nella seconda metà del mese di maggio. Intanto sulla questione è oggi entrato in merito il Ministro dello Sport Andrea Abodi, che ha commentato le scelte e la sentenza di ieri.
Abodi sul caso Juventus: “Giustizia sportiva da cambiare”
Il Ministro dello Sport Andrea Abodi ha parlato così del caso Juventus. “Farò la mia parte, di concerto eventualmente con i miei colleghi di governo e ascoltate le parti, affinché ci sia una riforma della giustizia sportiva. Non entrerò mai nel merito della sentenza, ma questa precarietà non aiuta: dove c’è competizione, la certezza della pena va composta con gli interessi generali. Qualcosa bisogna modificare perché le decisioni siano comprensibili e la tempistica rispettosa della reputazione della competizione”, ha dichiarato Abodi. “Credo che il tema centrale sia la certezza del diritto tanto più in un ambito competitivo nel quale non è necessario soltanto per il soggetto coinvolto ma per tutti i soggetti in modo da capire poi la classifica. Come si debba comporre questa precarietà sicuramente non aiuta”, ha poi proseguito il Ministro dello Sport,
Abodi ha poi proseguito: “Non entrerò nel merito di una sentenza non solo per il ruolo che ricopro – ha aggiunto in seguito Abodi. Ascoltate le parti, di concerto eventualmente con i miei colleghi di governo, farò la mia parte affinché ci sia una riforma della giustizia sportiva che garantisca a tutti i portatori di interesse (atleti, dirigenti, tecnici e soprattutto i tifosi) di comprendere le decisioni che vengono prese. Ma anche di modificare i procedimenti con il fine che la tempistica sia rispettosa della reputazione che una competizione deve mantenere e che in questo modo viene invece messa in discussione”.
“Temi delicati, ma serve giustizia giusta”
Dopo una lunga premessa, Andrea Abodi ha concluso il suo discorso. “È evidente – ha concluso il Ministro dello Sport – che abbiamo bisogno della certezza del diritto per cui chi sbaglia paga. Ma il modo in cui si arriva alla decisione finale tenga conto degli interessi generali e tenga conto anche della comprensibilità delle decisioni della quale l’opinione pubblica ha bisogno e diritto. Sono temi delicati che possono essere affrontati ascoltando le parti tecniche. Punto all’obiettivo: una giustizia giusta, tempestiva ma rispettosa dei tempi dello sport. Una giustizia intellegibile che non solo sia ma che appaia anche nella sua assoluta indipendenza anche nella responsabilizzazione degli attori in campo in modo che non diventi una partita di calcio”.