Dominic Raab, vicepremier nonché ministro della Giustizia britannico, ha annunciato le sue dimissioni. La notizia arriva a meno di 24 ore di distanza dalle indiscrezioni sulle accuse nei suoi riguardi, relative a molestie nei confronti di funzionari. Un rapporto interno, da egli stesso commissionato, avrebbe provato le accuse imputate a Raab durante precedenti incarichi governativi.

Raab ha presentato una lettera di dimissioni pubblicandola su Twitter. Nella missiva c’è scritto che il ministro sente il “dovere di accettare l’esito dell’inchiesta”. Nessuna ammissione, tuttavia, alle accuse mosse nei suoi confronti, tranne due di queste.

In un altro passaggio della lettera Raab sostiene di essere “sinceramente dispiaciuto per qualsiasi stress o offesa involontaria che qualsiasi funzionario possa aver provato a causa del ritmo, degli standard e delle sfide che ho portato al ministero della Giustizia”.

Dimissioni vicepremier britannico, Dominic Raab avrebbe instaurato una “cultura della paura” ai dipendenti

Nel rapporto interno si legge di accuse di comportamento aggressivo e “bullismo” nei confronti di alcuni dipendenti. Accuse che sarebbero state presentate per la prima volta a novembre scorso. Raab avrebbe instaurato una “cultura della paura” nei dipartimenti da lui diretti.

La battaglia dell’ex vicepremier contro i suoi detrattori non finisce qui. A sua difesa, Raab ha ribadito come il rapporto che lo accusa abbia delle falle. Tra le righe si legge infatti una tesi che lo scagionerebbe.

Non una volta, in quattro anni e mezzo ha inveito o urlato contro qualcuno, o lanciato qualcosa contro qualcuno, o intimidito fisicamente qualcuno, o cercato intenzionalmente di sminuire qualcuno.

Nella lettera di dimissioni, l’ex ministro trova dunque “errate” le conclusioni del rapporto interno da lui stesso commissionato sulle accuse di comportamento aggressivo e “bullismo”.

Ritengo che le due conclusioni negative siano errate e costituiscano un pericoloso precedente per la condotta di un buon governo.

Il rapporto è ora tra le mani del primo ministro Rishi Sunak. Anche quest’ultimo, tuttavia, non è esente da accuse: sarebbe stato a conoscenza del “comportamento inaccettabile” di Raab prima della sua nomina a vicepremier e ministro.