Non si placa la violenza in Sudan. Ormai da giorni lo Stato africano è teatro di pesantissimi scontri che coinvolgono anche la popolazione civile. Il tutto nel corso di una festività religiosa. E gli Usa si preparano a evacuare la propria ambasciata.

Sangue su Id al-fitr

Oggi infatti è l’ultimo giorno della festa dell’Id al-fitr, la seconda festività più importante del mondo islamico, e che coincide con la fine del mese di digiuno imposto dal Ramadan. Eppure, neanche la festa dell’interruzione è riuscita a interrompere le violenze in Sudan: nella capitale Khartoum infatti è stata registrata una brutale sparatoria, fra le Forze di sostegno rapido (FSR) e l’esercito regolare. Il capo delle milizie regolari Abdel Fattah al-Burhane, alla guida dello stato africano dal colpo di Stato di due anni fa aveva annunciato, dopo contatti internazionali (fra i quali il capo dell’Onu, Antonio Guterres, e il segretario di Stato americano, Antony Blinken) aveva richiesto un cessate il fuoco. Richiesta che Fsr e la loro guida, il generale Mohamed Hamdane Daglo hanno annunciato “il loro accordo per una tregua di 72 ore” per dare requie alla popolazione civile coinvolta nel conflitto fra queste fazioni. Eppure, non c’è stato il rispetto.

I dati dell’Oms sulla violenza in Sudan

Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, finora a causa della guerra civile che si sta materializzando nello Stato africani, sarebbero stati registrati 413 morti, mentre sarebbero più di 3.500 i feriti. Lo ha riferito la portavoce dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Margaret Harris. Per l’Unicef, tra i morti ci sono almeno nove bambini e oltre 50 sono tra i feriti.

Sudan, la Casa Bianca: “Pronti a evacuare l’ambasciata”

Nulla è sicuro, ma nell’aria c’è l’idea di portare via l’ambasciata americana da Khartum. A darne notizia è uno dei portavoce della Casa Bianca, John Kirby. I cittadini americani “devono mettersi al sicuro”. Il portavoce ha poi continuato spiegando che il presidente Biden ha “approvato” un piano per manda i soldati in caso di necessità per aiutare l’evacuazione del personale dell’ambasciata.

“Stiamo semplicemente avviando alcune misure nel caso sia necessario. Ma ripeto: non è stata presa nessuna decisione riguardo una possibile evacuazione”. “Vogliamo però che tutto il personale diplomatico stia al sicuro”.