Lucariello Innocente lo è di nome e di fatto. Perché s’intitola così il nuovo album del rapper napoletano che scrive qualcosa d’intenso che arriva, non a caso, da un’esperienza intensa. Il percorso che ha fatto nascere questo disco di inediti, l’artista campano lo ha raccontato, con chiarezza e schiettezza, in diretta a “Bagheera”, condotta tutti i giorni dal lunedì al giovedì in pieno drive-time e in radiovisione sul canale 264 del digitale terrestre dal cantautore Bussoletti e il sabato nell’edizione serale dalle 20 alle 22 per il “Bagheera Saturday Night Show”. Ecco i passaggi più importanti della loro chiacchierata.
Lucariello Innocente, i temi trattati
“I temi di questo nuovo album sono svariati: parlo di erotismo, sesso ma anche di tradimento. Però sì, è un disco soprattutto e insolitamente autobiografico. Ad esempio, nel primo singolo “‘E cose bell” racconto di quando mi sono trovato davvero a corto di soldi poco dopo la nascita di mia figlia. Non mi vergogno a dire che sono andato a fare volantinaggio per le strade anche se sentivo mormorare la gente cose del tipo “Uà, che fine ha fatto Lucariello”. Questo è un po’ il mio piccolo romanzo: ne vado fierissimo.”
Lucariello Innocente, di cosa parla l’album
“In passato mi sono sentito in colpa per tante cose e il disco si chiama così anche per questo, perché ho imparato che spesso il nostro orizzonte di scelta è sempre più stretto. Lavorando con i ragazzi dell’IPM mi sono reso conto di quanto certi reati nascano da un percorso che ti ha dato poche scelte. Se ci pensi questa cosa accade anche a livello collettivo. Noi crediamo di scegliere, ma le nostre scelte sono già indirizzate da qualcos’altro. Scrivere questo disco per me è stata una liberazione, anche perché avendo un carattere che va spesso in contraddizione ho fatto anche un po’ pace con questa cosa.”
Sulla rinnovata attenzione a Napoli
“Che ci sia un nuovo interesse su Napoli, che è una città che ha tanti problemi ma anche tante potenzialità inespresse, è una cosa bella. Dopo l’exploit degli anni novanta con i vari 99 Posse, Almamegretta e 24 Grana, infatti, le cose erano cambiate. Pensa che, quando portavo i dischi rap fatti in napoletano alle etichette milanesi, mi dicevano che non sarei mai uscito dal quartiere e che il napoletano era una lingua da sfigati. Grazie a Gomorra è cambiato un po’ tutto, la lingua è diventata una cosa figa e tutti volevano capirla. Ecco perché la rinnovata esposizione in questo senso aiuta tutti noi, ora è molto più facile per i ragazzi emergere.”
Sul successo di “Mare Fuori”
“All’inizio non ne ero attratto. Lavorando con i ragazzi dell’IPM, confesso che la sera non avevo voglia di rimettermi con la testa in un mondo importante che va comunicato e conosciuto ma che ha la sua pesantezza. Poi, visto che ne parlavano tutti, l’ho guardata e ne rispetto il fatto che aiuta ad accendere i riflettori su questo tema. Trovo però che sia un po’ leggera nella scrittura, con i ragazzi che si incontrano così facilmente come se fossero in un grande albergo. La realtà è un po’ diversa.
Ecco il link del podcast dell’intera intervista a Lucariello:
https://www.radiocusanocampus.it/it/lucariello-innocente
Ecco il video di “‘E Cose Bell” di Lucariello, primo singolo di “Innocente”: