Chi è Daniela Lo Verde e perché se ne sta parlando? Dopo essersi eretta per anni a paladina della legalità, portando avanti il suo ruolo di dirigente in uno dei quartieri più ostici di Palermo, ricevendo dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, l’onorificenza di “cavaliere al merito”, Lo Verde è salita alla ribalta delle cronache per essersi approfittata, insieme ad alcuni suoi collaboratori, di alcuni privilegi rivolti ai suoi studenti. Gestendo in maniera illecita i fondi ricevuti dall’Unione Europea. Per questo è stata arrestata, con le accuse di peculato e corruzione, insieme al vice preside, Daniele Agosta, e alla dipendente di un negozio che li avrebbe riforniti, Alessandra Conigliaro. Tutti si troverebbero agli arresti domiciliari.

Chi è Daniela Lo Verde, la preside arrestata per peculato e corruzione

Da oltre sette anni Daniela Lo Verde era a capo dell’Istituto Giovanni Falcone del quartiere Zen di Palermo, tra i più problematici e pericolosi d’Italia. Qui, in qualità di dirigente, ha lottato per tanto tempo contro l’analfabetismo e la dispersione scolastica, erigendosi a paladina della legalità – soprattutto contro i fenomeni mafiosi – e combattendo i puntuali episodi di vandalismo subìti dalla scuola – non sempre ben vista dalla criminalità organizzata, proprio per via del suo impegno – con dedizione e coraggio. Anche per questo, nel 2020, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, aveva deciso di premiarla con il titolo di “cavaliere al merito”, insieme ad altri cittadini “di diversi ruoli, professioni e provenienza geografica”, che si erano “distinti nel servizio alla comunità durante l’emergenza del Coronavirus”.

Nei duri mesi del lockdown, con la chiusura delle scuole e il conseguente avvio della didattica a distanza, Lo Verde aveva lanciato una raccolta fondi per distribuire prodotti alimentari ad alcune famiglie in difficoltà, provando a recupare pc e tablet che i suoi alunni potessero utilizzare per seguire le lezioni da casa. Un gesto nobile, che aveva ricevuto l’approvazione di tutta Italia, facendo accendere i riflettori su di lei. Riflettori che, dopo gli ultimi sviluppi di un’indagine che ha coinvolto l’Istituto, rinominata “La coscienza di Zen-o”, si sono ora riaccesi. Lo Verde, infatti, è stata arrestata per peculato e corruzione.

L’indagine a carico della dirigente scolastica

Partita dopo la segnalazione di un’insegnante dell’Istituto, che aveva parlato agli inquirenti di una “gestione dispotica della cosa pubblica da parte dell’indagata”, l’indagine si era aperta con l’obiettivo di verificare la corretta direzione dei fondi europei assegnati alla scuola. I rilievi che ne sono seguiti hanno permesso ai carabinieri del nucleo investigativo di Palermo, coordinati dalla procura europea, di accertare che la preside e il suo vice, Daniele Agosta, erano soliti “attestare falsamente la presenza degli alunni all’interno della scuola anche in orari extracurriculari” per giustificare la presenza di progetti mai realizzati.

Non solo: visionando i filmati delle videocamere di sorveglianza installate nella struttura, gli inquirenti avrebbero scoperto anche la cattiva gestione dell’Istituto nelle procedure di acquisto e fornitura di generi alimentari per il servizio mensa. All’interno dell’ufficio della presidenza, in particolare, avrebbero trovato una cospicua quantità di generi alimentari e di dispositivi informatici – come pc e tablet -, teoricamente riservati agli studenti, ma di cui la dirigente ed alcuni suoi collaboratori avrebbero tratto beneficio per le proprie necessità.

Una scoperta che cozza con l’immagine pubblica – quella di attivista e promotrice della legalità – che la donna si è costruita e cucita addosso in tanti anni. E che ora fa apparire ancora più grave, secondo la procura, le sue condotte illecite. Lo Verde, infatti, come si legge nel proveddimento cautelare che ne ha disposto l’arresto, avrebbe mascherato quotidianamente il suo agire illegale. Mentre fingeva di essere in prima linea, in sostanza, avrebbe abbandonato “l’esercizio del suo ruolo di controllo e di gestione finalizzato al buon andamento dell’Istituto che si rivolge a un’utenza particolarmente fragile”.