L’inserimento di Cristiana Girelli nella Hall of Fame del calcio italiano non sorprende. Attaccante poliedrico e veterana della nazionale azzurra con cui ha segnato 53 reti, in Serie A ha superato quota 220 gol con un palmares da fare invidia che comprende otto Scudetti, sei Coppe Italia e nove Supercoppe italiane. Numeri impressionanti che la rendono una delle calciatrici più forti del panorama azzurro degli ultimi quindici anni. Insegue il nono titolo con la maglia della Juventus che ormai è diventata una seconda pelle dopo le esperienze con il Brescia e, prima, con il Bardolino Verona poi rinominato AGSM Verona.

Cristiana Girelli, da Nuvolera alla Hall of Fame

L’inserimento nella Hall of Fame del calcio italiano per la Girelli è il giusto tributo per una carriera lunga e piena di successi. Ha raggiunto i cento gol con la Juventus e le cento presenze in Azzurro. I successi ottenuti con la maglia del suo cuore e con quella più bella del mondo, come ama definirle lei, le hanno permesso di entrare a far parte del ristretto club di calciatrici presenti nel firmamento della FIGC come ha spiegato: “È un momento magico e sono orgogliosa di questo riconoscimento in questi anni ho raggiunto traguardi importanti ma sono consapevole di poter ancora migliorare. Voglio aggiornare questi numeri il prima possibile”.

Cristiana Girelli nasce il 23 aprile 1990 a Gavardo, provincia di Brescia. Il pallone come migliore amico fin da piccola con le partite insieme agli amici maschi come avveniva per la maggior parte delle ragazze generazione attuale. La voglia però è tanta fino a convincere i genitori ad iscriverla nel Rigamonti Nuvolera dove viene notata dalla dirigenza del Bardolino Verona (poi rinominato AGSM Verona). Qualche perplessità iniziale poi la decisione di provare il grande salto. Nel 2005 esordisce in Serie A e fino al 2013 indossa quella maglia, segnando 67 reti e conquistando tre Scudetti, tre Supercoppe e tre Coppe Italia. “Ho passato nove anni a Verona, lì ho esordito in Champions League e a 15 anni ho vinto il mio primo scudetto, avendo la fortuna di condividere lo spogliatoio con Panico, Gabbiadini, Zorri, Boni e altre campionesse che in quel momento stavano facendo la storia della Nazionale” ha raccontato l’attaccante.

Nell’estate del 2013 torna vicino casa con il trasferimento al Brescia dove conosce Milena Bertolini e molte delle sue attuali compagne di squadra con cui formò una squadra che nel 2015 centrò il record di vittorie in Serie A: “Le stagioni trascorse a Brescia mi hanno fatto crescere ancora di più e capire l’importanza del gruppo, il presidente Giuseppe Cesari ha guidato la squadra con una passione travolgente che noi poi riuscivamo a mettere in campo”. E’ servito però un altro trasferimento per la consacrazione definitiva arrivata con la maglia della Juventus nel 2018: “In bianconero ho imparato a curare ogni minimo dettaglio: mi ha fatto sentire atleta, professionista e ogni giorno mi insegna qualcosa di nuovo. Mi sento molto fortunata e voglio continuare a fare ancora tanti gol per onorare questi colori nel modo che meritano”.

Le soddisfazioni sono arrivate anche con la maglia dell’Italia. Lo scorso 11 aprile al Tre Fontane di Roma ha ricevuto il premio per aver superato le 100 presenze in Nazionale: “È la maglia che sa unire un Paese intero. Ogni volta che la indosso è come se fosse la prima volta: sento sempre una grande responsabilità perché so quanto vale e quante persone vorrebbero essere al mio posto. Rappresentare l’Italia è un sogno”. Esattamente dieci anni prima arrivò l’esordio contro l’Inghilterra nella Cyprus Cup, ha dovuto aspettare qualche mese invece per trovare la prima di cinquantatré reti nella gara di qualificazione mondiale contro la Romania. Oggi è fra le veterane del gruppo: “Alle ragazze più giovani parlo molto, non devono dare nulla per scontato né in campo nè fuori curando tutti gli aspetti che ti aiutano a essere un’atleta migliore. Dal punto di vista caratteriale è fondamentale essere forti, perché il calcio vive di momenti e bisogna quindi cercare di trovare l’equilibrio anche nella tempesta, continuando a voler migliorare sé stessi”.