Dopo giorni di reazioni e controreazioni tra gli alleati della maggioranza, il Senato ha approvato il decreto Cutro. Il Governo infatti è riuscito a trovare una quadra sulle modalità della stretta sulla protezione speciale. La posizione della Lega, intenzionata a restringere al massimo le possibilità di accoglienza per i richiedenti asilo, si è più volte scontrata con la volontà di Giorgia Meloni di evitare un contrasto con il Quirinale. Nonostante la diversità di vedute, alla fine, i leghisti hanno raggiunto l’obiettivo: il decreto Cutro approvato oggi restringe infatti sensibilmente le possibilità dei migranti di richiedere accoglienza grazie alla protezione speciale.
Le reazioni al decreto Cutro: la maggioranza applaude in aula
L’approvazione del decreto Cutro al Senato è stata accompagnata da un lungo applauso della maggioranza nell’aula di palazzo Madama. L’immagine descrive perfettamente lo stato d’animo del centrodestra che esprime soddisfazione sul risultato raggiunto in materia di immigrazione. Lucio Malan, presidente di Fratelli d’Italia, sottolinea infatti come il centrodestra abbia compattamente approvato misure importanti per affrontare l’emergenza. Secondo il senatore di FdI, Roberto Menia, questo decreto affronta “un’emigrazione senza regole, subita e non governata” che produce “anarchia, disordine e tensioni sociali”.
La Lega, dal canto suo, esprime soddisfazione per essere riuscita a imporre una stretta sull’istituto giuridico della protezione speciale. Non a caso il capogruppo leghista al senato Massimiliano Romeo parla chiaramente di “ritorno ai decreti sicurezza di Salvini” che sanciscono finalmente la fine di quella “sanatoria per tutti che voleva la sinistra”.
Anche Licia Ronzulli, capogruppo di Forza Italia a palazzo Madama, parla di fine della sanatoria. La maggioranza ha infatti più volte criticato le ampie possibilità di applicazione della protezione speciale volute dalla ex ministra degli Interni Lamorgese. Secondo la Ronzulli, inoltre, il decreto Cutro permetterà di accogliere quanti davvero in necessità e allo stesso tempo fermare “chi usa scorciatoie” per restare in Italia.
Le reazioni dell’opposizione dopo l’approvazione del decreto Cutro
Ben diverse sono, come prevedibile, le reazioni dell’opposizione. Ivan Scalfarotto, senatore di Italia Viva, parla di “decreto debole e inadeguato”. E affonda:
La verità è che in tema di immigrazione il governo non sa cosa fare, non ha un piano, una visione di lungo periodo, una strategia. Eppure è lo stesso governo che, con la ministra Calderone, sostiene che questo paese ha bisogno di 1 milione di lavoratori. E lo chiedono anche i nostri datori di lavoro. Perché chi ha già un contratto di lavoro o gode di protezione speciale per aver cominciato un percorso di integrazione dovrebbe essere rimandato nell’illegalità? Sembra che vogliate che le persone rimangano degli irregolari. Qual è l’obiettivo? È tenere alto l’allarme sul tema migrazione, per lucrare consenso sulle paure delle persone.
Della stessa idea anche Giuseppe De Cristofaro di Alleanza Verdi-Sinistra, secondo il quale la protezione speciale è usata dalla maggioranza come “feticcio da mostrare agli italiani per dimostrare l’intransigenza del Governo e aumentare la propaganda”. Il presidente del gruppo Misto accusa poi la coalizione di centrodestra di voler distruggere il sistema di accoglienza italiano continuando a “considerare i migranti come un problema mente tutti sanno che sono una risorsa, anche quelli che vaneggiano di sostituzione etnica”.
Anche Francesco Boccia, capogruppo del Pd al Senato, critica duramente la decisione del Governo di emanare un simile decreto dopo una tragedia umanitaria come quella di Cutro. Secondo il dem, l’abrogazione della protezione speciale non rimuove le cause alla base dell’immigrazione e non affronta il problema del calo demografico. Nella sua opinione la scelta è servita solo “a fare contento Salvini” e a proteggere il Governo che, di fronte all’incapacità di affrontare le emergenze economiche, si nasconde dietro “un tema scomodo per farne occasione di consenso facile”.