La sentenza della Corte di giustizia europea ha stabilito il no al rinnovo automatico delle concessioni balneari, invitando l’Italia a rispettare la direttiva Bolkestein. Secondo la Corte Ue, infatti, le concessioni dei balneari devono essere oggetto di procedure di selezione imparziali e trasparenti. La giustizia europea smentisce, in definitiva, il decreto Milleproroghe che aveva stabilito la scadenza delle concessioni al 31 dicembre 2024. La norma voluta dal Governo era stata, in realtà, già bocciata anche dal Consiglio di Stato a marzo. La premier Giorgia Meloni assicura che l’Italia rispetterà la direttiva.

Direttiva Bolkestein, Licordari (Assobalneari): “Non mi aspettavo nulla di peggio”

Dopo l’annuncio della sentenza della Corte di giustizia europea che ha respinto il rinnovo automatico delle concessioni per i balneari esplode la rabbia delle associazioni di categoria, che contestano fortemente la decisione. La redazione di TAG24 ha raggiunto Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari Italia. Licordari, pur non commentando la decisione della Corte Ue perché “le sentenze vanno lette e ragionate: è poco serio rilasciare un commento dopo mezz’ora dalla pubblicazione del pronunciamento”, non manca di esprimere il suo disappunto su come la questione è stata gestita:

Non mi aspettavo nulla di peggio dopo quanto già detto dal nostro Consiglio di Stato, la cui sentenza di marzo è stata totalmente discutibile. Il Consiglio si è pronunciato basandosi sul concetto di “risorsa scarsa” senza però alcuna rilevazione ufficiale sui cui basare la decisione. Questo significa che lo Stato non conosce le sue coste: tanto è vero che la mappatura ufficiale non è stata ancora fatta. Non so su quali dati si sia basato il Consiglio di Stato, forse da report di organizzazioni private trovate su internet. In realtà ci sono tutti gli estremi perché la direttiva Bolkestein venga applicata in modo corretto”.

Il contrasto con la direttiva europea potrebbe essere superato, infatti, attraverso la mappatura delle coste italiane:

Della mappatura ancora non si sa nulla. Noi abbiamo mandato una richiesta ufficiale al presidente del Consiglio per convocare il tavolo tecnico nazionale e stabilire i criteri per determinare la scarsità della risorsa. Questo principio non può essere stabilito dalla Corte di giustizia europea, ma dallo Stato italiano. Ancora ad oggi non abbiamo però ricevuto risposta sulla convocazione di questo tavolo”.

La delusione per come le istituzioni e i media hanno gestito la questione balneari in questi anni è forte. A questo proposito Licordari afferma:

La questione delle concessioni va avanti da 14 anni e non c’è categoria economica in Italia che abbia subito una vessazione come la nostra. Siamo continuamente demonizzati, sbattuti nelle prime pagine come mostri. Vorrei ricordare che è proprio dalle imprese balneari che il Paese è ripartito dopo il lockdown. Terminate le restrizioni, le persone si sono riversate sulle spiagge e la nostra categoria ha fatto rispettare tutti i criteri necessari per la sicurezza delle persone. Nonostante tutto però i balneari continuano a essere attaccati con campagne denigratorie che gettano fango sulla categoria per favorire l’ingresso nel mercato delle multinazionali”.

Capacchione (Sib): “Lo Stato non tradisca i balneari”

Anche Antonio Capacchione, presidente del Sib – Sindacato Italiano Balneari – ha affidato le sue riflessioni alla redazione di TAG24. In una lunga nota, Capacchione commenta la sentenza della Corte di Giustizia europea  invitando il governo ad accelerare sulla mappatura delle coste italiane e a stabilire il criterio con cui valutare il principio della “scarsità della risorsa”, attorno cui ruota la direttiva Bolkestein.

Anche Capacchione chiede che sia finalmente convocato il tavolo tecnico istituito il 24 febbraio scorso. Il presidente del Sib lancia poi il suo appello affinché la politica abbandoni le polemiche demagogiche e strumentali, dato che “sette governi di diverso e opposto orientamento politico hanno rinviato la scadenza delle concessioni vigenti, con l’impegno ad una riforma da ciascuno promessa e mai effettuata”.

Secondo Capacchione, l’unico torto dei balneari è infatti quello “di aver creduto nelle leggi dello Stato”, che oggi non deve tradire la categoria che con il suo lavoro ha creato aziende di valore e successo. Il presidente poi conclude: “nessuno può essere privato dei sui beni senza giusto indennizzo. Sarebbe un colossale e imperdonabile errore storico ancor prima di una intollerabile ingiustizia nei confronti delle decine di migliaia di famiglie che perderebbero il lavoro e il frutto del loro lavoro”.

La premier Giorgia Meloni: “Assicureremo l’applicazione della direttiva europea”.

La portavoce della Commissione europea Sonya Gospodinova ha commentato la sentenza della Corte di giustizia, riferendo delle rassicurazioni fatte dalla presidente del Consiglio italiana alle istituzioni europee. Durante un incontro avvenuto la settimana scorsa la premier Meloni avrebbe rassicurato il commissario europeo Thierry Breton sull’attuazione della direttiva europea e sulla cooperazione dell’Italia. Gianluca Caramanna di Fratelli di Italia ha poi annunciato la convocazione a breve del tavolo tecnico che dovrà predisporre la mappatura delle aree demaniali.