La Procura Perugia si muove contro la corruzione: arrestati un giudice e due consulenti. È stato infatti il gip di Perugia su richiesta della Procura del capoluogo umbro ad emettere tre misure cautelari nei confronti di un giudice del Tribunale di Latina e di due professionisti romani con incarichi di collaborazione in ambito di procedure di amministrazione giudiziaria di beni sequestrati.
Corruzione – Arrestati un giudice di Latina e due consulenti, le ipotesi contestate:
Le ipotesi contestate sono relative a corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità e corruzione in atti Giudiziari. Attualmente il giudice si trova agli arresti domiciliari. Si trovano invece in carcere i due consulenti. La Guardia di finanza di Perugia ha condotto le indagini.
Ad essere raggiunte dalla misura cautelare per le ipotesi di corruzione, come reso noto dalla Procura di Perugia, sono un giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina G.C. (appunto ora ai domiciliari) e i due consulenti (S.F. e S.V), destinati alle misure cautelari in carcere.
Corruzione – Ordinanza, gip Latina pagata sistematicamente:
L’attività di indagine, portata avanti anche con intercettazioni, ha consentito la ricostruzione e l’individuazione di rapporti molto stretti tra il giudice e i due consulenti. Secondo la procura tale legame: “Dovrebbe impedire, per legge di accettare o conferire incarichi di amministratore giudiziario e coadiutore, nel caso in cui il rapporto amicale con il magistrato è caratterizzato da assidua frequentazione”.
La denuncia è di un rappresentante legale pro tempore di alcune società sotto sequestro per reati tributari. L’indagine è della guardia di finanza coordinata dalla Procura della Repubblica di Perugia. Di seguito quanto evidenziato dall’imprenditore nella denuncia:
“Condotte non trasparenti e irregolarità nella gestione dei compendi aziendali”. – compendi sequestrati da parte dei consulenti con l’avanzo del gip-.
Procura Perugia contro corruzione: arrestati giudice e consulenti. Questo perché le indagini hanno inoltre evidenziato che gli incarichi sarebbero stati distribuiti anche al di fuori di criteri oggettivi. In cambio delle mansioni si intravedere un “chiaro quadro di accordo corruttivo e di vendita della funzione”. A rilevarlo è proprio il gip di Perugia nell’ordinanza. I consulenti e il giudice tramite contributi mensile e regali avrebbero oltretutto spartito le cifre liquidate.