Sono degni di una storia dell’orrore, i dettagli emersi nelle ultime ore dalle indagini riguardanti l’omicidio di Marzia Capezzuti, che ieri, 19 aprile, hanno portato all’arresto di tre persone. Si tratta di Damiano Noschese, 39 anni, la compagna 46enne, Mariabarbara Vacchiano, sorella dell’ex compagno della vittima, deceduto nel 2019, e il figlio 15enne dei due. Sarebbe stato quest’ultimo, stando alle ultime informazioni, a permettere ai carabinieri di incastrarli: su Instagram, nel corso di una videochiamata, il giovane avrebbe raccontato alla sorella tutti i dettagli del delitto. Fondamentale anche la testimonianza dell’altra figlia della coppia.

Omicidio Marzia Capezzuti: i terribili dettagli emersi nelle ultime ore

Marzia, che era “affetta da un disturbo della condotta in ritardo mentale di media gravità”, si era trasferita a Pontecagnano Faiano dalla Lombardia – dopo essersi allontanata volontariamente dalla comunità di Milano di cui era ospite – per vivere insieme al compagno, il 41enne Alessandro Vacchiano. Dopo il decesso dell’uomo, avvenuto in circostanze misteriose nel 2019, aveva deciso di restare insieme alla sua famiglia acquisita, allontanandosi sempre più dai suoi genitori, residenti in Lombardia, fino alla sua scomparsa, avvenuta il 7 marzo 2022. Da allora la ragazza aveva fatto perdere le sue tracce. Eppure i familiari dell’ex fidanzato avevano continuato ad intascarne la pensione di invalidità.

Un dettaglio che aveva portato gli inquirenti a concentrare su di loro i sospetti. Nel corso delle indagini, che vedono indagate, in totale, sette persone, tre sono state tratte in arresto. Si tratta di Damiano Noschese, la compagna Mariabarbara Vacchiano, sorella di Alessandro – con cui la vittima viveva – e un 15enne, figlio dei due. I tre sono accusati a vario titolo di maltrattamenti, sequestro di persona, indebito utilizzo di carte di pagamento, tortura, omicidio e occultamento di cadavere. Secondo quanto ricostruito finora, avrebbero infatti abusato della 29enne “per mero intento punitivo”, picchiandola, minacciandola, segregandola in casa e riducendola in una condizione di schiavitù, marchiandola con il fuoco e costringendola perfino ad ingoiare delle sigarette. Torturandola. Il tutto per anni.

Poi, senza motivo, l’avrebbero anche uccisa. È quanto emerso da una videochiamata che il 15enne indagato avrebbe fatto su Instagram con la sorella, raccontandole i dettagli dell’efferato delitto. Lo riporta l’edizione napoletana di Repubblica, specificando che l’audio del video è stato ricostruito con una perizia. Nel filmato, che adesso è agli atti dell’inchiesta, il giovanissimo confesserebbe di aver ucciso la giovane insieme ai suoi genitori. Stando alle sue parole, i tre l’avrebbero “portata a fare un giro”, l’avrebbero “tirata” con una specie di gancio e poi “affogata”. Sul suo corpo sarebbe stato gettato dell’acido.

Verso la conclusione delle indagini

Le parole del 15enne potrebbero finalmente portare ad una svolta nel caso, su cui si indaga ormai da oltre un anno. Ad incastrare la famiglia Noschese-Vacchiano ci sarebbero anche delle testimonianze. In particolare quella della sorella del giovane, Annamaria che, parlando con gli inquirenti, avrebbe rivelato le confidenze fattegli dalla madre in caserma. “Tanto non la trovano – le avrebbe detto la donna -, perché l’ho uccisa e l’ho data in pasto ai maiali”. Poi, l’avrebbe invitata a non dire nulla, aggiungendo: “Ricordati che sei una Vacchiano”.

I resti presumibilmente appartenuti alla ragazza scomparsa erano stati trovati lo scorso ottobre nei pressi di un casolare abbandonato, tra Pontecagnano Faiano e Montecorvino Pugliano, in provincia di Salerno. A confermarlo erano stati i rilievi effettuati dalla polizia scientifica e il materiale biologico estrapolato da un dente rinvenuto a pochi passi, appartenente alla giovane. La morte violenta è stata per lei solo la fine di un lungo vortice di violenza e maltrattamenti. I suoi genitori non si danno pace e chiedono che sia fatta giustizia.