C’è già un clima di campagna elettorale in America. Gli Stati Uniti sono chiamati al voto nel novembre del 2024: manca circa un anno e mezzo ma la situazione, a ben vedere, è già abbastanza incandescente. Sono i due candidati in pectore ad animare il clima: da una parte il presidente in carica, Joe Biden, dall’altro il favorito del Partito Repubblicano, Donald Trump. Quest’ultimo, nonostante i guai con la giustizia ancora lungi dal risolversi, ma anzi appena iniziati, è convinto nel voler proseguire la sua scalata all’investitura. Lo fa anche e soprattutto perché nel GOP non vi sono profili in grado di poter sfidare, veramente, la sua leadership. Non può riuscirci nemmeno Ron DeSantis che, nonostante un periodo di grande popolarità dopo la vittoria delle elezioni in Florida, è tornato relegato all’ombra del Tycoon. Il problema della mancanza di concorrenza riguarda anche l’altro partito, quello democratico, dove Joe Biden appare giocoforza il candidato migliore. Nessuna figura è emersa e, nonostante sia già il presidente più anziano nella storia degli Stati Uniti d’America, è deciso a correre per un secondo mandato al termine del quale – se rieletto – avrebbe ben 86 anni. Dalla sua parte ha la buona salute – con tanto di certificazione medica – l’energia di un giovanotto, e la stima di gran parte del partito. Specie dell’area di centro. Secondo alcune fonti americane, il presidente potrebbe annunciare la volonta di ricandidarsi il prossimo 25 aprile.

Biden attacca Trump: l’economia al centro

Proprio al centro sembra parlare Joe Biden attraverso dichiarazioni in cui, come se la campagna elettorale fosse già iniziata, prende posizione sui temi legati all’economia. E lo fa in funzione anti gop ed anti Trump, cercando di tutelare il cittadino/elettore della cosiddetta middle class. Le sue parole: “Pensate che le compagnie da miliardi di dollari si fermeranno dal fare profitti in paradisi fiscali e smetteranno di portare lavoro fuori? No”. Biden si riferisce al fatto che lo speaker della Camera, il repubblicano Kevin McCarthy, è stato due giorni fa a Wall Street per presentare la visione economica del MAGA: l’area del partito Repubblicano, rispondente a Donald Trump, la cui sigla sta per Make America Great Again. Così il Presidente Biden:

Pensate che Kevin McCarthy abbia detto ai ricchi e potenti che era arrivato il tempo di far pagare loro una quota delle tasse? No. E tutto questo – si legge nelle anticipazioni riportare dall’AGI – mentre da un’altra parte i rappresentanti Maga stanno spingendo per togliere tasse agli americani più ricchi e alle grandi corporation che già godono di straordinari benefici. È il vecchio sistema di favorire i più ricchi ma in versione Maga.

In vista del 2024, quindi, Joe Biden inizia a posizionarsi. Lo vuole fare attraverso issues che siano appetibili per i giovani, motivo per cui sta spingendo molto sul tema delle polticihe green, ma anche attraverso il tema dei temi. Quello che in America, forse, conta più di ogni altro. Almeno per la classe media. L’economia.

Le tasse dei Biden

Le parole di Joe Biden arrivano nelle ore in cui emergono i dettagli del rendiconto economico della sua famiglia. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e la moglie Jill Biden – riporta l’AGI – hanno pagato 137 mila 658 dollari di tasse sui 579 mila 514 dichiarati come ricavi nel 2022. E’ quanto ha comunicato la Casa Bianca, che ha reso pubblica la dichiarazione dei redditi. Gran parte degli introiti derivano dallo stipendio di presidente, equivalente a 400 mila dollari, mentre la first lady ha guadagnato come insegnante 82 mila dollari. Tra le voci in detrazione ci sono le donazioni: la coppia presidenziale ha dichiarato di aver donato 20.180 dollari a venti diverse “charity”.