Claudio Cecchetto e Max Pezzali hanno litigato? Tra i divorzi che hanno fatto più scalpore nei mesi scorsi non c’è solo quello di Francesco Totti e Ilary Blasi o di Claudio Amendola e Francesca Neri. C’è anche quello musicale tra Claudio Cecchetto e Max Pezzali. La rottura è arrivata la scorsa estate a poche ore dal grande evento a Milano San Siro canta Max di fronte a 100mila persone.
Max Pezzali, Claudio Cecchetto e Pier Paolo Peroni si sono separati dopo ben 30 anni di successo: nel dettaglio una triade da più di 6 milioni di copie vendute e 22 Dischi di platino vinti insieme dal 1992 a oggi. Proprio in una recente intervista al Corriere di Bologna Cecchetto, in occasione dei suoi 71 anni, ha parlato degli esordi degli 883 e della separazione da Pezzali:
A firmare i pezzi dei primi album erano soprattutto Max Pezzali e Mauro Repetto. Mi consegnavano i pezzi, poi la produzione e l’arrangiamento passavano a me, Pier Paolo Peroni e Marco Guarniero. Questi ultimi due in particolare erano i Quincy Jones degli 883. Hanno Ucciso l’Uomo ragno cambiò la visione della musica popolare. Sei un mito fu letteralmente una bomba atomica calata sulla musica popolare. Come mitico è il fraseggio musicale iniziale inventato da Pier Paolo Peroni. E le parole. Gli 883 mi piacevano perché parlavano di amore in maniera nuova all’epoca. Il sottofondo non era l’inflazionato ‘per conquistare lei’. Le canzoni degli 883 parlavano di vita e spiattellavano debolezze. Errato chiamarle ‘sfighe’, sono debolezze. In questo momento non penso più a Max Pezzali. Un autore indimenticabile, come persona diciamo che lo è un po’ meno.
Claudio Cecchetto e Max Pezzali hanno litigato? Le parole del cantante
In realtà non è chiaro cosa sia successo tra di loro, anche perché al tempo dell’annuncio Max aveva commentato senza fare polemiche:
Volevo avere un maggiore controllo della mia carriera, sia dal punto di vista creativo che gestionale. Ad un certo punto è normale voler andare via di casa. C’è chi se ne va a 20, chi a 30 e chi, come nel mio caso, lo fa a 54!
Diverse le versioni di Cecchetto e Peroni che hanno detto rispettivamente:
Ci sono state una serie di incomprensioni. Preferirei non parlarne.
Spiegare cosa è successo? Non posso farlo per questioni legali. Mi dispiace.
Claudio Cecchetto: compie 71 anni il grande talent scout
Claudio Cecchetto ha spento 71 candeline il 19 aprile 2023 e in questi anni non si è di certo annoiato, nel ruolo di talent scout ha scoperto volti noti del mondo dello spettacolo italiano, come Fiorello, Amadeus, Gerry Scotti, Fabio Volo, Max Pezzali, Sabrina Salerno, Leonardo Pieraccioni e Jovanotti. Non solo talent scout, Claudio Cecchetto infatti ha fondato anche emittenti note come Radio Capital e Radio Deejay, ha prodotto successi della musica indimenticabili come il “Gioca Jouer” e ha presentato numerosi programmi in tv, tra cui anche il Festivalbar e l’edizione 1982 del Festival di Sanremo. Ha dichiarato Cecchetto:
Il primo artista che ho lanciato è stato Claudio Cecchetto. Scherzo ma non troppo. Quindi premessa, lo dico chiaro: sono nato disc jockey e morirò disc jockey, su questo non ci piove. Era il 1981 quando uscii con Gioca Jouer. A quel tempo i DJ facevano dischi. Ero stonato e sto ancora stonato. All’epoca ne ero già consapevole ma mi sono detto: ‘tutti i dj fanno dischi, io sono un dj e devo essere meno?’. Così ho fatto il Gioca Jouer che è un discorso. Perché ha funzionato così tanto? Easy non era una canzone ma un gioco. Poi Gianni Ravera (storico patron del festival) l’ha ascoltata, e gli è piaciuta molto. Improvvisamente mi ha detto: ‘Facciamo che sia la sigla del festival di Sanremo’. È importante perché all’epoca il festival non aveva sigle: tre serate seguite da milioni di spettatori, prima dello spettacolo venivano trasmesse immagini di fiori e barche a vela, a volte con sottofondo di musica classica. Insomma, alla fine di quell’edizione, nel 1981, il produttore discografico Freddie Naggiar della Baby Record mi disse: ‘Claudio, quest’anno hai vinto il festival, per tre sere di fila e senza essere in concorso’.