Il legale di Alfredo Cospito, Flavio Rossi Albertini ha parlato all’AGI, degli “obiettivi raggiunti” dall’anarchico grazie ai 181 giorni di sciopero della fame.
Nella giornata di oggi mercoledì 19 aprile 2023, Alfredo Cospito ha annunciato l’interruzione dello sciopero della fame contro il 41 bis. La decisione è arrivata dopo sei mesi di digiuno, e all’indomani del verdetto della Corte Costituzionale che apre la strada a una riduzione di pena per l’attentato del 2006 alla Scuola Allievi Carabinieri di Fossano.
Lo sciopero del detenuto recluso al 41 bis, era iniziato il 20 ottobre 2022. Tutto questo, perché la Consulta ha ritenuto costituzionalmente illegittimo l’articolo del Codice che “vieta al giudice di considerare eventuali circostanze attenuanti come prevalenti sulla circostanza aggravante della recidiva nei casi in cui il reato è punito con la pena edittale dell’ergastolo”.
Cospito, parla il legale Flavio Rossi Albertini: “Non è una sconfitta, anzi…”
In molti hanno considerato il fatto una sconfitta. A parlare, è l’avvocato Flavio Rossi Albertini, da mesi pendolare su e giù da Roma, per fare visita ad Alfredo Cospito in carcere o in ospedale a Milano. Secondo le sue parole, la fine dello sciopero della fame rappresenta tutt’altro che una resa: «Una sconfitta? No, una vittoria: abbiamo raggiunto grandi obiettivi». È proprio il legale a far presente come, l’episodio abbia avuto risonanza grazie anche alla stampa, presente fuori dall’ospedale ‘San Paolo’, sebbene oggi ci fossero solo due addetti e una camionetta della Polizia: «La nostra vittoria sta nelle decine di giornalisti visti qua fuori, che hanno diffuso il contenuto della sua lotta, assieme a giuristi e intellettuali che hanno fatto petizioni, e poi che mi chiamino nelle scuole per parlare di 41 bis. Prima era un tema che riguardava una minoranza della popolazione, ora in tanti è cresciuta l’insofferenza per un aspetto medioevale del carcere».
Per la prima volta dopo molto tempo, ammette di essere «sollevato, molto sollevato», dalla “ripresa” del suo assistito al 41 Bis, nel reparto di Medicina Penitenziaria. Tuttavia, ha sottolineato con fare preoccupante: «Alfredo è in sedia a rotelle, ha un problema neurologico al piede dovuto alla carenza di elementi nutritivi che i medici temono non sia reversibile».
Cospito è attualmente condannato a dieci anni per aver gambizzato un Manager dell’Ansaldo e sotto processo a Torino, per un attentato a una caserma di Allievi Carabinieri. Dall’inizio della sua scelta di smettere di nutrirsi, a oggi, dopo 181 giorni, ha perso 50 chilogrammi, rischiando più volte di sentirsi male.
Flavio Rossi Albertini: “Cospito non ha mai messo in programma di morire”
Molte volte, nei suoi proclami, aveva dichiarato di essere «pronto a morire», se non avessero revocato il 41 bis a lui e agli altri che sono nelle sue identiche condizioni, molti dei quali condannati per Mafia.
Proprio per questo tirarsi indietro in un certo senso, qualcuno potrebbe interpretare il gesto come una debolezza, come un non avercela fatta, ma per chi lo assiste non è così: «Ma Alfredo non ha mai messo in programma di morire. Ha raggiunto i suoi obiettivi prefissati: oltre a far conoscere “anche alle nuove generazioni l’incompatibilità del 41 bis coi principi di umanità della pena e quindi con la Costituzione antifascista e l’impossibilità di leggere e studiare, e di abbracciare e toccare con mano coniugi, figli, fratelli, c’è una “vittoria di diritto di cui altri potranno beneficiare». Rossi Albertini è dunque convinto che quanto fatto finora, non possa altro che far bene a chi è stato giudicato duramente come per il suo assistito.
Proprio per questo tirarsi indietro in un certo senso, qualcuno potrebbe interpretare il gesto come una debolezza, come un non avercela fatta, ma per chi lo assiste non è così: «Ma Alfredo non ha mai messo in programma di morire. Ha raggiunto i suoi obiettivi prefissati: oltre a far conoscere “anche alle nuove generazioni l’incompatibilità del 41 bis coi principi di umanità della pena e quindi con la Costituzione antifascista e l’impossibilità di leggere e studiare, e di abbracciare e toccare con mano coniugi, figli, fratelli, c’è una “vittoria di diritto di cui altri potranno beneficiare». Rossi Albertini è dunque convinto che quanto fatto finora, non possa altro che far bene a chi è stato giudicato duramente come per il suo assistito.
Il legale romano ha spiegato come, «la Corte Costituzionale, abbia dichiarato incostituzionale non prevedere le attenuanti anche per chi è recidivo ed è accusato di reati gravi come la strage politica». Costui ha detto che sosterrà ancora l’abolizione del 41 bis davanti alla CEDU (Convenzione Europea per la Salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà Fondamentali), e promette, che per qualche tempo non si farà più vedere a Milano.