Superbonus, cessione crediti fino al 30 novembre 2023 altrimenti detrazione fiscale allungata a dieci anni. I contribuenti che hanno crediti d’imposta possono scegliere tra le due soluzioni, confermate dalla conversione in legge del decreto 11 del 2023. Il provvedimento riprende un meccanismo già avviato per imprese e banche dal decreto “Aiuti quater” e dal più recente decreto 11, che consente di spalmare le rate della compensazione nel modello F24 in dieci anni. Per i contribuenti privati, però, c’è la possibilità di attendere e di valutare se da qui ai prossimi sette mesi si riuscisse a vendere i propri bonus edilizi, prima di ripiegare sulla detrazione fiscale decennale. Ecco come funziona il meccanismo.

Superbonus cessione detrazione, come vendere il bonus con la remissione de bonis

Superbonus, cessione crediti fino al 30 novembre prossimo con la remissione in bonis altrimenti si ripiega, nel 2024, con la detrazione fiscale allungata a dieci anni. È questo il calendario che attende i contribuenti che abbiano crediti da utilizzare con il superbonus, rispettando alcune condizioni principali. La prima è che il decreto 11 del 2023 di blocco dei crediti ammette alla detrazione fiscale in dieci anni solo le spese del superbonus sostenute per i lavori del 2022. La seconda è che la detrazione fiscale può avvenire solo a partire dalla dichiarazione dei redditi del 2024 per l’anno d’imposta 2023. Tuttavia, proprio questo stop di un anno nella dichiarazione dei redditi, offre la possibilità ai contribuenti di provare a vendere il bonus fino alla fine di novembre, soluzione quest’ultima che rimane quella di più immediato realizzo del beneficio fiscale.

Superbonus, quale conviene tra la vendita del bonus e la detrazione fiscale?

Pertanto, i contribuenti in possesso di crediti del superbonus per spese del 2022 – che non avessero fatto la comunicazione all’Agenzia delle entrate di opzione cessione crediti o di sconto in fattura entro il 31 marzo 2023 – possono ancora vendere il bonus entro il 30 novembre prossimo. L’operazione è consentita mediante il meccanismo della remissione de bonis che ammette a nuova cessione i crediti non comunicati pagando una sanzione di 250 euro per ciascuna tipologia relativa ai bonus. I contribuenti hanno oltre sette mesi per trovare una banca che accetti il credito d’imposta e che concluda la pratica. È questa la soluzione ottimale per rientrare velocemente delle spese sostenute nello scorso anno per i lavori in superbonus.

Superbonus cessione detrazione in dieci anni a partire dalla dichiarazione dei redditi 2024: ecco come fare

Nel caso in cui non si riuscisse a cedere il credito alle banche, i contribuenti con spese agevolate dal superbonus potrebbero ripiegare sulla soluzione della detrazione fiscale in dieci anni. Ma, da calendario, la dichiarazione dei redditi sarà quella del 2024, anno nel quale dovrà essere indicata la prima delle dieci rate collegate al superbonus. L’operazione consente di avere maggiore capienza fiscale per poter utilizzare il superbonus. Infatti, con l’allungamento delle rate i contribuenti abbassano la quota annuale di detrazione, rientrando così nella platea di capienti fiscali. È utile ricordare, infatti, che per i lavori del superbonus è necessario avere redditi e plafond fiscali tali da coprire la quota annuale in detrazione.

Quanto bisogna guadagnare per rientrare delle spese del superbonus?

Ad esempio, per i lavori nei condomini, con la vecchia detrazione di quattro anni del superbonus occorrevano almeno 50.000 euro di reddito complessivo all’anno per quattro anni. Con la nuova detrazione decennale, questa capienza fiscale si abbassa perché il beneficio fiscale del superbonus si spalma per un numero più elevato di rate. Per i lavori nei condomini, dunque, servono redditi da 26.000 euro all’anno per non perdere parte del bonus fiscale. Più elevati sono i redditi richiesti per il superbonus su unità unifamiliari. Si parte da 100.000 euro in quattro anni: con la detrazione in dieci anni basterebbero, invece, redditi da 50.000 euro all’anno.